434 I MONUMENTI VENETI DELL,’ ISOLA DI CRETA Simili osservazioni sono contenute in una infinità di altri memoriali posteriori, i quali ripetono, spesso colle identiche parole, i medesimi concetti, pur aggiungendo talvolta qualche nuovo commento o qualche nuovo progetto (1). Mentre magistrati e ingegneri se la spassavano a chiacchiere, gli angarici di Canea proseguivano, sia pur lentamente, i lavori. Alle fosse di S. Lucia dava mano il rettore Pietro Landò, il quale iniziava altresì, battezzandolo col proprio nome, il cavaliere rotondo nella gola dello Schiavo(2) ; il successore Gian Domenico Cicogna chiedeva ed otteneva da Venezia nuovi aiuti in denaro(3); e la cavazione poteva procedere regolarmente anche nel 1583 (4), quando il Senato tornava a mandare 2 mila ducati, da riservarsi esclusivamente “ in deità cavallone „(5). Dal computo eseguito in quell’anno dal governatore di Canea Raffaele Raspolli risultava che i muri della fortezza erano pressoché finiti — escluse però le progettate riforme —, e terminati pure i terrapieni, tranne un breve tratto di 30 passi fra la porta della Sabbionara ed il Michiel : ciò non pertanto era consigliato di lavorarvi tuttora per ingrossarli di molto. Dei due cavalieri reali — rotondi — era finito quello di S. Lucia — privo soltanto dei parapetti — e condotto a buon punto il terreno di quello Landò ; dei cavalierotti invece erano si può dir compiti quello di S. Nicolò (nel mezzo della cortina occidentale), di S. Dimitri (ad oriente dello Schiavo) e di S. Lucia (ad occidente dell’omo- (!) Vedansi le scritture di: Anonimo (V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 28 agosto 15811, ove si accenna alla necessità di costrurre le strade coperte e di allungare le gallerie della porta Retimiotta e di quella della Sabbionara ; Gian Maria Martinengo, governatore generale (Ibidem : 24 dicembre 1581), il quale ricorda il bisogno di finire il vólto conducente alla piazza bassa del Gritti ; di nuovo Gian Maria Martinengo (Ibidem: 12 luglio 15831; Raffaele Rasponi, governatore di Canea (Ibidem: 1 ottobre 1584); Gian Maria Martinengo per la terza volta (Ibidem: 12 ottobre 1584); Antonio Grimani (Ìbidem : 26 agosto 1588); Leone Ramussati, altro governatore di Canea (Ibidem: 19 luglio 1589); Giambattista del Monte, generale (Ibidem : volumi in appendice : 10 aprile 1590), il quale raccomanda di riempire l’orecchione del baluardo di S. Lucia, tuttora vuoto (Cf. V. B. M. : Hai. VII, 1523); ed altri ancora. (*) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 13 ottobre 1579, 28 febbraio 1580, 28 gennaio e 28 agosto 1581, 24 febbraio 1584. (3) Ibidem : 27 ottobre 1582. — Nel marzo seguente gli erano concessi 3 mila ducati, pur chiedendogli a quale punto erano i lavori (V. A. S. : Senato Secreti, LXXXIV, 7). (4) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 7 settembre 1583. (•r>) V. A. S. : Senato Mar, XLVI, 71. — Porta la data dello stesso anno 1583 un dettagliato computo degli angarici del territorio di Canea, i quali sommavano a 13936 (1419 per la castellania di Bicorna, 1875 per il piano, 1323 per Seiino, e 2351 per Chis-samo). Dal 1575 a tutto il 1582 i debiti di angarie non sodisfatte ammontavano a 56523 (cioè 13277 per Bicorna, 21604 per il piano, 11070 per Seiino, e 10572 per Chissamo). (V. B. M. ; Ital. VI, 156). Gli angarici continuavano a percepire 8 soldini al giorno, 3 dei quali avrebbero dovuto esser pagati dalla cittadinanza: in realtà però questa era riescita ad esonerarsi da tal peso, e, a dispetto delle leggi, non pagava nulla di nulla. L’esattore poi incaricato della riscossione delle angarie, il quale, giusta un’ordinanza del Fo-scarini del 1° novembre 1577, doveva venir pagato coi denari di tale contribuzione dei cittadini, finiva col non ricevere nulla ; e si rifaceva con altrettanta negligenza nel disimpegno del proprio ufficio (V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 1 marzo 1584).