LA FORTEZZA DI GRABUSA 619 chie (1). A sua volta poi consigliò pur egli la fabbrica di una torre a mare, ter-rapienata fino a metà, la quale, difesa dalla fortezza, servisse di abitazione ai barcaioli, di guardia dei magazzini all’approdo, e di segnalamento in caso di sorprese notturne (2). Col trascorrer degli anni la fortezza intanto incominciava a deperire(8) : specialmente gli edifizì interni, l’uno dopo l’altro, crollavano o minacciavano irreparabili guasti. Nel 1614 una nota dell’ingegnere Mandi Litino avvisava essere caduta la volta del casello Contarmi(4) ; nel 1620 le pioggie facevano cadere un tratto del muretto di ponente ^ ; nel 1640 il proto dei muratori Gloraffa e quello dei marangoni Giacomino Magdalinò compilavano un nuovo memoriale dei restauri necessari : fra l’altro parlavasi dei terrapieni e delle porte di legno da rifare (6). Di fatti il provveditore Michele Priuli si recò a Grabusa insieme coll’ingegnere Leoni; e con 10 angarici in una sola settimana accomodò di terreno le strade delle ronde, ma quanto ai muretti occidentali trovò superfluo rimetterli, trattandosi di un lavoro di puro lusso, non richiesto da vera necessità(7). Tuttavia i danni alle muraglie non cessarono con ciò : e nuove rovine segnalò nel 1655 il provveditore di Grabusa Andrea Manolesso(8) ; il quale però seppe riparare le parti minaccianti e rimetter le banchette. Fatto poi spianare più a basso un certo posto roccioso, vi eresse un fortino, che per mezzo di una traversa tirata fin sotto la fortezza, poteva difendere tutto il piccolo approdo. Gli fu di valido aiuto in tali opere il tenente Troilo Maini(g). Un ventennio più tardi, il nuovo provveditore Domenico Diedo, entrato nella fortezza il 3 novembre 1680, trovava le “ muraglie in molte parti precipitate et in qualche dirocate „<-I0ò Poco dopo un terremoto faceva cadere sei passi del cavaliere Contarmi(u) ; e le cose erano ridotte a tale, “ che se la puliteci providenza non remedierà — scriveva il Diedo — Vanno venturo stimo precipiterà ogni cosa „. — Il male si era che la fortezza dipendeva diretta- (J) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 12 a-prile 1598 - Relazioni, LXXXVII (Sua relazione). (2) V. A. S. : Relazioni, LXXXVII (Sua relazione) — Cfr. pure più tardi la relazione degli inquisitori Marco Capello, Pietro Correr e Giovanni Contarmi (Ibidem, LXXIV). (3) Del 1610 è una descrizione della fortezza scritta da un viaggiatore inglese (W. Lithgow : The totali discourse of the rare adventures cit.). (1) V. A. S. : Dispacci dei rettori da Candia : 29 maggio 1614. (5) Ibidem : 10 ottobre 1620. (6) Ibidem : 1640. (7) V. A. S.: Dispacci dei prov. da Candia: 18 settembre 1641. (8) V. A. S. : Dispacci da Candia, Cerigo e Tine : 1 gennaio 1655. (9) V. A. S. : Dispacci da Suda, Cerigo e Tine : 24 marzo 1659. (10) V. A. S. : Dispacci da Grabusa, Cerigo e Spiti a-ìonga : 30 novembre 1680. (n) V. A. S. : Dispacci da Suda: 1 marzo 1681.