582 I MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA Del resto, quantunque sull’ isolotto fosse rimasto il primo provveditore della fortezza, Agostino Barbarigo (eletto dal provveditore generale nel novembre del 1579 h))} efficacemente assistito dal capitano della guardia Bembo, dal governatore Rangone, dall’ ingegnere Bressani, e dal capitano delle truppe Giulio Grisogono , il Michiel volle ritornarvi in persona nel febbraio del 1580, per dai nuovo impulso ai lavori e specialmente alla fabbrica delle calcine, al taglio della roccia (dove vennero portati 60 nuovi operai), ed al riempimento dei baluardi con terrapieno, per il che si potè trovare i terreni ad un solo miglio di distanza (3). Il nuovo capitano generale Giovanni Mocenigo spese per suo conto 2500 ducati ; e, dimostrata pur egli la necessità di finire il taglio della roccia fra il Donà ed il Tiepolo, e di terrapienare tutto il tratto dal Rangone al Tiepolo stesso(4), applicò la propria operosità al primo di tali lavori, pure constatando che “ ogni giorno più si va trovando durezza et difficoltà, et per conseguenza si convien fare molta spesa „(5). Onde, quando nell’agosto di quell’anno 1581 sbarcò a Spinalonga il primo provveditore mandatovi da Venezia, Lorenzo Venier, la fortezza era ben lungi ancora dall’esser ridotta a perfezione : il che non mancò di informare il governatore della piazza Virgilio Belloni. Cominciando dalla porta maestra, il baluardo Genese andava alzato di muro ben 6 piedi ancora, coll’aggiunta di due cannoniere rivolte verso la bocca larga del porto. Ad egual segno conveniva portare il seguente fianco, detto Ferino (ignoriamo in memoria di chi), munito di altra simile cannoniera. Dal Ferino alla mezzaluna Michiel dovevasi costruire 40 passi di muretto ad uso di parapetto. Alla mezzaluna Michiel mancavano due piedi di muraglia in giro, altri lavori di spianamento della roccia e la fabbrica della guardiola. Dalla mezzaluna Michiel al Rangone non era alzato se non un pezzo di muro presso il Rangone medesimo, muro che a sua volta doveva essere elevato, tanto da servire da tiro non si elevasse se non a meza costa del monte, acciò dalla sumità non siano imbocate. La larghezza di esso parapetto vorrei ftisse almeno di 25 piedi et la parte sopra li volti fosse di terreno et tanto alto che coprisse la piazza, avvertendo che la parte che guarda verso il mare aperto et la parte che guarda verso il porto potrà esser di assai meno grossezza. Alle quali due parti nell* unir si col sasso del monte, vorrei che fosse con doi portoni larghi 7 piedi ed altrettanto alti. Da della Mezaluna per continuata loughezza del scoglio a meza costa mi piacerebbe cavar ima piazza per batter il porto, che si farla con poca spesa, alzando dalla parte di sotto con una masiera o muro a seco: che 7 suo piano sana poco più basso della meza piazza del stendardo (V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 28 agosto 1580). (') Ibidem: 12 febbraio 1580. (s) Ibidem: 18 febbraio 1580. (3) Ibidem : 26 febbraio, 19 marzo, 23 aprile e 10 maggio 1580. (4) Ibidem: 28 agosto 1580. (5) Ibidem: 20 gennaio e 22 aprile 1581.