LA CINTA DI CANEA 427 cose fossero andate in modo che di bel nuovo essi erano stati obbligati alla stessa angaria ; quanto poi ai soldini altra volta da loro pagati agli angarici, trattavasi di una spontanea oblazione fatta in tempo di pericoli guerreschi, la quale non poteva in alcun modo interpretarsi come impegnativa per il seguito(1). Udite tali ragioni, varie proposte furono presentate in Senato per risolvere la controversia. In conclusione però, il 18 settembre dello stesso anno 1560, veniva deliberato che ogni contadino percepisse otto soldini al giorno, in ragione di cinque dalla cassa dello stato, due dai nobili e feudati, ed uno “ per contribu-tione... sopra li nobili veneti, cretensi et fendati per i beni che possedono oltra i fendi loro, et similmente sopra i cittadini et habilanti che hanno beni, industrie et mercantie „(2). Per sopperire poi alle nuove spese, il Senato mandava buona somma di denaro nel maggio del seguente anno 1561 (3). Delle fortificazioni di Canea si occupava in seguito il capitano generale Gaspare Renier, visitando quelle opere insieme con Giulio Savorgnan(4). Costui constatava la necessità di cavare le fosse e di terrapienare le membra in gran parte ancora vuote ; proponeva di prolungare la fronte del Gritti sino agli scogli del mare ; e suggeriva una nuova riforma al baluardo della Sabbionara. A questo si sarebbe allungata la fronte verso il baluardo di S. Lucia, per accorciare i tiri fra i due baluardi ; e si sarebbe modificata la fronte verso il porto, cavandovi due fianchi in tenaglia per battere lo scoglio di Lagonissi, rendendo così inutile il già proposto prolungamento del baluardo sull’ isolotto, dato che tale fabbrica sarebbe riuscita troppo costosa, mentre lo scoglio era troppo ristretto da poter presentare un vero pericolo, e si sarebbe potuto impicciolirlo anche maggiormente, cavandovi materiale per le fabbriche(5). Le proposte erano approvate dal Senato il 2 dicembre 1563(6); ed il nuovo bastione a tenaglia veniva fondato dal Savorgnan, durante il rettorato di Luca Michiel (1564-1567), il quale ultimo legava il proprio nome a tale fabbrica(/l. In questo modo nel 1566 erano già finite per nove decimi le opere in muratura (8>. Che se delle fosse erano cavati invece solo 60 mila passi cubi, vale a dire una metà di quanto sarebbe stato necessario per profondarle suffi- i1) V. A. S. : Senato Mar (Ibidem). O V. A. S.: Senato Mar, XXXV, 42. (3) V. A. S. : Senato Mar, XXXV, 74 *. (i * * 4 * *) Di quest’epoca erasi chiesto al Senato che alla fortificazione di Canea fosse preposto uno speciale magistrato, non potendosene il rettore occupare suf- ficentemente. — Ma la troppo ragionevole domanda venne al solito respinta (Ibidem, XXXVI, 23*: 11 febbraio 1563). (5) V. A. S. : Relazioni, LXXXI (Relazione del capitano Gaspare Renier). (6) V. A. S. : Senato Mar, XXXVI, 94*. (7) V. A. S. : Relazioni, LXX1V (Relazione dell’in-quisitore Pietro Basadona). (8) La data del 1564 figurava già nella muraglia presso la porta Retimiotta.