70 i/ADRIATICO tere i Lucani in nome di Taranto, perdette la vita nel 338 ('). Sotto l’apparenza di aiutare i Tarentini contro Agatocle e Siracusa, oltreché contro i Metapontini ed i Lucani, un altro avventuriero, lo spartano Cleonimo, sognò la costituzione d’un imperio in Italia, e s’accinse nel 303-302 a. C. ad un’impresa, ch’ebbe per teatro l’Adriatico, le spiaggie pugliesi e venete, dalle quali fu però respinto, con la perdita della flotta non lungi dalle foci del Po e dell’esercito nei pressi di Padova. Livio fa menzione deH’avvenimento e ricorda le feste celebrate nella sua città natale in onore del successo riportato (2). Non doveva trascorrere un lungo periodo di tempo, che un nuovo ed ambizioso capitano avrebbe tentato l’impresa italica, giungendo a Taranto da quell’Epiro da cui era partito Alessandro il Molosso. Era Pirro costui; ma intanto la forza di Roma era cresciuta con la sottomissione dell’Italia centrale, e l’avventuriero non aveva da combattere le irrequiete popolazioni pugliesi e lucane, ma un impero che stava per estendersi e rafforzarsi anche sugli ultimi splendori della decadente Magna Grecia. Già prima di accogliere l’invito dei Tarentini, Pirro s’era costituito una fama al di là dell’Adria- (1) Se accettiamo, per la spedizione d’Alessandro il Molosso, non la data indicataci da Divio ma l’altra, l’impresa di Archidamo sarebbe naturalmente anteriore. (2) X, 2.