LA CINTA DI CANDIA 353 professore della scientia del fortificare : et questo ltumore mosso negli huomeni ambitiosi fa gran guerra alla Serenità Vostra; essendo che per altra via non sanno manifestare la sua scientia che con opporre alle fortezze fatte, urtando appunto in quelle della Serenità Vostra. Et tanto abbondano nella detlratione, che ne hanno rese alcune infame, levandole affatto la reputatione, tanto stimabile per mio giuditio, poiché fa invito al nemico di tentare V impresa ; nè vi è cosa che le renda più secure che 7 credere il nemico esser difícil e V acquistarle „ Il provveditore Giovanni Mocenigo cominciava col criticare 1’ idea dell Orsini nella costruzione dei cunicoli ; passava a parlare poi dei difetti del forte di S. Dimitri, dominato da alture esterne, colle cannoniere scoperte, privo di orecchioni e via via. — Alla fortezza trovava irrimediabile mancamento il fatto, da altri già prima notato, che, “ predominando il recinto, le piazze et li cavalieri la parte di dentro la città, si teme che, penetrati gl’inimici sopra il primo recinto, non si possa formare altra ritirata Al che credeva potersi rimediare parzialmente qualora la fortificazione fosse stata ultimata, incamiciate le cortine nude, ingrossati i terrapieni, terminati i parapetti, eretti i cavalieri e cavalicrotti, modificato il baluardo di S. Spirito, terminate le strade coperte, allargata la fossa (2). Rincarava la dose il capitano generale Filippo Pasqualigo, il quale trovava sbagliato completamente il recinto fortificato, come quello che includeva delle bassure di niuna importanza ed escludeva invece delle eminenze dannosissime. All’ infuori di che osservava come i cunicoli dell’ Orsini cominciassero m alcuni punti già a rovinare in causa delle pioggie ; il baluardo di S. Spirito, tuttora indifeso verso il mare, era privo della controscarpa ; il Panigrà trovavasi ridotto meno peggio, grazie alle quattro cannoniere in terreno da lui aperte nella cortina presso al fianco, le quali difendevano la fronte dello Spirito Santo, la fossa e la controscarpa; il Martinengo, sebbene posto nel sito più elevato della città, era sempre troppo basso, finché non si fosse terminato il suo cavaliere, che, cominciato dal provveditore Mocenigo nel 1591 e proseguito anche da lui, era restato interrotto causa la peste ; ed al Vitturi non meno conveniva ampliare il cavaliere cretto dal predecessore Giovanni Bembo. - Del forte di S. Dimitri e della Sabbio- nara ripeteva le solite cose E dietro il Pasqualigo veniva il governatore Annibaie Gonzaga, il quale insisteva perchè si desse mano a far i parapetti ed allargare i terrapieni, rad- (!) Relazione di Giulio Garzoni (V. B. M. : Ilal VII, 304. b., pag. 41). (2) V. A. S. : Relazioni, LXXIX. p) Ibidem, LXXXI.