BARBARI E BIZANTINI 189 nezia un’intesa con i Normanni, allorché la politica espansionista dell’impero greco, nella seconda metà del sec. xn, mirava a fare di Ancona una fiera rivale di quella città. Ed ecco ripetersi anche questa volta il caso del 1136: Guglielmo I di Puglia riusciva ad accordarsi nel 1155 con Venezia, così che questa rinunciava ad entrare nella lega antinormanna, di cui faceano parte l’impero bizantino e Genova. E i patti di quell’anno, che concedeano alla Repubblica lauti compensi commerciali, venivano confermati da Guglielmo II nel IJ75. Ed il Barbarossa invano s’industriò di spezzare l’intesa veneto-normanna, sulla quale poggiava quell’equilibrio delle forze che Venezia con fine accorgimento avea raggiunto a sostegno della sua invidiabile posizione sull’Adriatico e nei traffici levantini. Col trattato del 1175 « i Veneti ottenevano in tutto il regno di Sicilia e nelle sue dipendenze la riduzione del 50 % sulle tariffe stabilite col trattato stretto da Venezia col re Guglielmo I, per tutto il tempo della durata della loro alleanza; era loro concessa piena libertà di entrare e di uscire dai porti, ma si facea eccezione pei corsari e per coloro che avessero prestato aiuto all’impero greco, i quali venivano considerati come stranieri» (*). Negli ultimi anni però del regno normanno Venezia tornò all’antica politica, cioè all’alleanza con i Greci, sia perchè nel 1185 Guglielmo II avea (x) Manfroni, op. cit., p. 257.