566 I MONUMENTI VENETI DELI.’ ISOLA DI CRETA fornaci e pietre, quantunque il suo progetto potesse effettuarsi con soli 400 ducati (mentre l’altro era stato stimato di 28 mila nel 1612 — e, dato l’aumento della valuta, ne avrebbe certo costato 50 mila —), egli era pronto ad ottemperare ai comandi di Venezia. Siccome però il progetto eseguito al tempo dello Zane non si trovava più, avrebbe incaricato di concretarne uno nuovo il conte Gian Fabrizio Soardi, i governatori Brancaccio, Polcenigo, Saluzzi e Terzi, e gli ingegneri Van Wert, Beati e Leoni(1). Il convegno avveniva nei primi giorni del seguente marzo. E tutti esponevano le loro opinioni : le quali coincidevano questa volta nel riconoscere la necessità di fortificare lo scoglietto, mentre pure non si escludeva l’opportunità della costruzione di un forte anche al Calogero (2). Combinatosi un progetto cumulativo di tutti e tre gli ingegneri, il fortino avrebbe dovuto riescire di 610 passi di perimetro e di 45 mila reali di spesa Siccome però al Civran il progetto parve troppo costoso, gli ingegneri ebbero 1’ incarico di presentarne uno nuovo ciascuno per loro conto (4). Il Beati ne approntò due (5), l’uno di dimensioni maggiori, l’altro invece di soli 500 passi di circuito e di soli 30 mila reali di spesa, ma analogo nel resto al precedente (6); il Leoni ne disegnò un quarto di 334 passi di sviluppo, di 2996 passi cubi di muro, e di 21 mila reali di spesa (7) ; ed il Van Wert finalmente ne preparò un quinto, della spesa di soli 15 mila reali, pur confessando però la inferiorità di esso al primo, steso di comune accordo, causa la troppa angustia di forme(8). (9 V. S. A. : Dispacci dei prov. da Caitdia : 17 gennaio 1639. (s) Ibidem: marzo 1639 (Dispacci vari). (3) Ibidem. (*) Ibidem : 18 marzo 1639. (5) Vedi appendice, documento 6. (c) < L’ordine delia sua construcione sarà conforme i calcoli e profilo del grande, variando solo in questo, che, ove sono li monti dominanti, nella cortina verso tramontana, e a quella verso ponente, li faccio il terrapieno ; ma a quello a mezzogiorno faccio un sol quarliero di un vólto, et sopra quella il suo parapetto, per haver questa parte più assicurala delle altre » (V. A. S. : Dispacci del prov. da Candia: marzo 1639). (7) Ibidem: 10 marzo 1639. (9 « Li mezi belloardi D. F. (pur troppo ci manca il disegno) et la tenaglia E sono ordinati sopra il declivio della sommità : et in essi rintesetti stanze in vólti congiunte col muro del ricinto per servir di alloggiamenti, vtagaseni ed altre comodità necessarie, con Ire cisterne et un casin per lenirvi la polvere. La su- periorità dei vólti delle dette alloggiamenti hanno da esser ben terrazzate al livello della detta sommità H, per di sopra il quale si alzará il muro del recinto piedi 6 in circa : et questa altezza servirà di parapetto tutto intorno ; et sopra le terrazze degl’alloggiamenti si trovará piazza competente da far la diffesa. Li conir aforti del muro di 3 in 3 passi sostenteranno gagliardamente li vólti degl’alloggiamenti. Il diclivio di dentro il muro et intorno le tre cisterne che nel principio de l’opera si deveranno fabricare, ha da esser ben terra-pienato fin a 10 piedi sotto i vólti. Il muro del ricinto deve esser alzato ad un uguale livello fin a 6 piedi sopra la sommità H; la sua grossezza nel fondamento deve esser tale per tutto che, dandoli la quinta parie della stia altezza di scarpa, egli habbia di mantenir 3 piedi di grossezza alla cima. Ma perche la strettezza del sito non permette ni la necessità dell’opera non richiede di terraplenar fra gl’alloggiamenti et il muro del ricinto, s’angumenterà in quelle parti la sua grossezza del detto muro di 3 piedi, fondando questo an-gumenlo di grossezza sopra archi sostentati dai con-