VENEZIA E I TURCHI 343 mata, le fa ripigliare i propri diritti. E la piccola repubblica potè rimanere libera fino al 1809. Prima ancora che si levasse il grido di dolore di Venezia tradita, il generale Eallement aveva cercato di distogliere il Direttorio dal porre l’Austria in condizione di divenire una potenza marittima. Fosse stato ascoltato ! E quando il delitto fu consumato; un’altra voce, quella d’un italiano, si levava : una voce che fino a quei giorni era stata ammonitrice e che proprio in quei giorni diveniva profetica per le aspirazioni dell’Austria e l’equilibrio dell’Adriatico. Alludo al conte Rocco Sanfermo, residente veneto a Torino ed all’estero negli anni della grande rivoluzione. Egli si sforzava di persuadere il Direttorio, dopo l’occupazione imperiale dell’Istria e della Dalmazia, « che l’Italia, unita in un sol corpo, governata secondo i principi di libertà, diverrebbe un elemento efficace di tranquillità e opporrebbe, unita con la Francia, una forte resistenza all’Austria. Insisteva quindi perchè l’Istria e la Dalmazia fossero lasciate all’Italia, affinchè questa potesse difendere il suo litorale e proteggere il suo commercio; altrimenti d’Austria si impadronirebbe, presto 0 tardi, DEEEA Bosnia, dee-e’Erzegovina e deee’Albania, e rimarrebbe libera di aiutare la Russia nei suoi sforzi di conquista verso Costantinopoli» ('). (x) EEmmi, Le origini del Risorgimento italiano. Milano, Hoepli, 1906, p. 155.