LA CINTA DI CANEA 437 tutto ciò avrebbe importata la fabbrica di soli 450 passi di muro, i quali, se di solito costavano 4 ducati al passo, in tale caso si sarebbero potuti costruire anche con meno, non trattandosi che di trasportare la muraglia da un luogo all’altro. Del resto c’era modo di risparmiare 1500 ducati, limitando di molto le proposte riforme alla fortezza(1). A Venezia però di rimaneggiamenti e di nuove spese non volevano sentirne parlare ; ed assai più che le ragioni dello Scotti fece fortuna la relazione del provveditore Giovanni Mocenigo, che spezzava di bel nuovo una lancia a favore della vecchia fortezza, per quanto le sue argomentazioni fossero in verità ben poco persuasive(2). Cosi, messe da parte le proposte di più ampi lavori(,), il Senato dava ordine invece di proseguire quelli delle fosse e dei terrapieni, nonché di terminare una buona volta i cavalieri(4), valendosi delle angarle non solo, ma, in caso di bisogno, anche di operai stipendiati. Francesco Malipiero invece, rettore di Canea, bramoso di lasciare il proprio nome ad un membro della fortezza, preferiva iniziare i lavori da tanto tempo progettati, onde riformare il baluardo Michiel, prolungandolo di dieci passi verso levante (5). Sospese le operazioni durante l’inverno del 1590 per la cattiva stagione e per la mancanza di legnami, anche il baluardo rimaneva incompiuto ; come incompiute erano pur sempre le fosse — specialmente allo Schiavo —, i parapetti, la controscarpa e la strada coperta, ed incompiuti non meno il cavaliere Landò, i due della Piattaforma e quello della Sabbionara. Di ciò dava relazione il colonnello Leone Ramussati, aggiungendo come necessitasse altresì abbassare un’altra altura esterna — detta di S. Costantino —, costruire due traverse — una rimpetto al Gritti fino alla marina, che facesse le veci della controscarpa, ed un’altra dal Michiel verso tramontana, a difesa del porto —, e “ finiti che saranno gli spalti, farvi un maro di dentro atomo a questa fortezza di altezza di 20 piedi, che servirebbe per contrafossa et sarebbe di moltissima sicurezza sua, et quasi si potrà dire che la retirata havesse da esser piu sicura che la fortezza, poiché dalli tiri di nove cavalieri che saranno nella circonferenza di essa verà ad esser benissimo difesa /■. (*) Ibidem. — Della Canea parla Onorio Scotti anche nella sua relazione del 1395 (V. A. S. : Relazioni, LXXXI). (2) V. A. S. : Relazioni, LXXIX. (3) V, A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 1 gennaio 1591. (4) Quello di S. Caterina, danneggiato nel muro dalla parte di dentro da una forte tempesta, era già stato rimesso in ordine per cura del provveditore generale Mocenigo (Ibidem: 12 aprile 1587). (5) Ibidem: 15 novembre 1590. (6) Ibidem: 4 dicembre 1590. — V. M. C.: Ms. Cicogna, MMDCCCLIV.