362 I MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA capitani Pietro Loredan(I) e Agostino Pasqualigo (2), durante il regime del quale nuove riforme vennero pure introdotte riguardo agli angarici(3) ; ed a quelle stesse muraglie si continuò parimenti a lavorare durante il generalato del provveditore Iseppo Civran(4). Intanto una scrittura del governatore Marcantonio Brancaccio, approvata dagli ingegneri Beato Beati e Francesco Van Wert, tornava ad insistere sui troppi altri bisogni della fortezza. Le famose banchette dei cunicoli erano da levarsi, se non si voleva farvi la falsabraga ; i terrapieni trovavansi nel solito disordine; le cannoniere andavano modificate in modo che potessero scoprire tutta la fossa; mancava la strada coperta; il forte di S. Dimitri era divenuto un informe ammasso di terreni ; e sopra tutto poi, per difendere il porto dalla fatale altura presso i molini al Marulk, era necessario alzare e terraplenare la muraglia verso quella parte. Ma, anche dopo rimediato e provveduto a tutto ciò, la fortezza non si sarebbe potuta considerare sicura, senza circondarla all’in-giro di un buon numero di opere esteriori, le quali portavano un nuovo e grave contributo di fatica e di spesa(5). E come questo fosse poco, il Van Wert da parte sua trovava che dell’altro e dell’altro ancora bisognava compiere : alzare le muraglie in più luoghi ; far un muretto alla strada per le ronde ; ostruire più perfettamente in muro le porte delle sortite ; accomodare lo sperone presso il baluardo di S. Spirito ; scarpare la roccia fra il torrioncino vecchio a S. Andrea ed il fianco dello stesso baluardo; spianare la chiesa di S. Andrea ed i molini fuori della porta di Dermatà(6' ; murare le porte inutili e fortificare le altre: per un totale di 13128 reali(7). In seguito a ciò, nel febbraio del 1642, il provveditore Michele Priuli, assieme al Brancaccio ed all’ ingegnere Daniele di Saint Vincent — che doveva qualche anno dopo morire in Creta —, visitava le mura, e stabiliva di alzare di 2 passi le cortine fra il baluardo di S. Spirito e quello di Panigrà, nonché le mura fra la Giudecca ed il Dermatà ed al largo angolo ottuso fra il Dermatà e S. Andrea. Di più si sarebbero rifatte in muro 12 garette per sentinelle, del costo di 70 lire l’una, eguali alle tre che eransi allora costruite(8). (*) V. A. S. : Dispacci dei rettori da Candia : 7 maggio 1636. (*) V. A. S. : Relazioni, LXX1V (Relazione degli inquisitori Capello, Correr e Contarini). (3) Ibidem. (*) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 24 aprile, 22 maggio e 20 settembre 1639; e Dispacci dei rettori da Candia: 16 aprile 1640. (3) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 7 aprile 1639. (®) 11 provveditore Priuli riteneva però che ciò si potesse riservare soltanto ad un caso di bisogno (V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 13 maggio 1642). (7) V. A. S. : Senato Rettori, filza XV : incarto 29 ottobre 1641. (8) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 1 febbraio e 13 maggio 1642.— Cfr. la pianta di Candia XXXVII. b.