LA CINTA DI CANDIA 345 preparavano pure le pietre per fortificare la città anche lungo il mare. Solo chiedevasi venisse confermato provveditore alle fortezze quel Leonardo Que-rini(1), nobile cretese, che simile carica avea goduto sotto il generalato del Fo-scarini, e cui il provveditore Alvise Grimani, su preghiere dell’Orsini, avea allora di nuovo affidato quel posto (2). Il Senato, dopo una lusinghiera lettera di elogio all’Orsini(3), tornava a scrivere il 23 giugno 1584, accennando pure al Querini, ed incaricando i magistrati cretesi di occuparsi seriamente della questione delle angarìe, in cui gravi disordini si notavano, “ così per le molte gravi estorsioni che li esattori a ciò deputati fanno alti detti contadini, et per non esser loro dato quando vanno al pu-blico servitio delle dette fabbriche alcun sorveglio da poter vivere, come per V ineguale distribuitone del peso di esse angarìe, et per altri rispetti simili degni di somma consideratane „(4). In origine infatti, in seguito alla parte del 25 settembre 1561, il reggimento di Candia avea stabilito di eleggere degli esattori delle angarìe, detti cavalerotti, pagati in ragione di un grosso per ogni famiglia ove erano angarici, ed accompagnati da venti o più servi, detti pedòpuli. — Di fronte alle estorsioni da loro commesse, Giulio Savorgnan si era creduto di incaricare invece dell’esazione delle angarìe alcuni nobili della città: i quali essendo cointeressati nella faccenda non diedero risultati migliori. Una nuova provvisione stabilì allora che gli esattori venissero pagati dai fondi della tassa destinata al vitto degli angarici ; ed il 21 febbraio 1576 il generale Foscarini creò un esattore con carica a vita, per ognuna delle tre città maggiori del regno. Più tardi, il 29 novembre 1578, il Senato ordinò che l’esattore venisse pagato soltanto in ragione degli inobe-dienti, ossia di coloro che venivano a forza costretti al lavoro, e che durasse in carica solo due anni. Con ciò però non si accontentarono nè gli angarici nè i cittadini(o>. Della questione delle angarìe si interessò a sua volta il capitano generale Antonio Miani, il quale, riconosciuta la necessità di rinnovare quella legge stabilita nel 1561 e prorogata poi più volte, secondo la quale i contadini doveano venire spesati coi denari della cittadinanza(l), riuscì ad ottenere che questa si (*) Si veda a proposito di lui a pag. XV, nota 2. — Una sua lunga scrittura sulla fortezza di Candia, in difesa dell’ Orsini contro il governatore Piovene, è in V. M. C. : Miscellanea Correr, 2691. — Cfr. pag. 350, nota 3. (2) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia: 10 marzo e 25 marzo 1584, nonché 28 agosto 1578. — Cfr. pure Senato Secreti, filza LVH, incarto 31 gennaio 1587. (3) V. A. S. : Senato Mar, XLVI, 59 *. p) Ibidem, 158*. (5) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : 1 marzo 1584. — Cfr. 1 marzo 1585. p) Ibidem : 24 marzo 1585. — Cfr. pag. 329.