422 t monumenti veneti dell’isola di creta buon punto ; ma mentre gli altri tre erano di “ bonissima muraglia „, questo invece era costruito di “ loia, ma ben incamìsato di muro „(1). Se così però erano compiuti i quattro baluardi d’angolo, importava non meno sollecitare i lavori alle cortine ed ai fossati, specialmente dalla parte della Sabbionara, ove il provveditor Vitturi notava che “ non vi è fosso, et sonno solamente le mura vecchie et triste ,,, le muraglie cioè della cinta anteriore al disegno del Sammicheli(2). — In vista di che il Senato scriveva il 30 marzo 1546, esortando i magistrati della Canea “ che con tutto 7 studio et spiriti vostri debbiati attender a far dar principio alla cavatione predetta „ fra il baluardo di S. Lucia e la Sabbionara, u advertendo et prevedendo di modo con consiglio di quei inzegneri et prothi, che 7 sabbion non ritorni nella fossa, come si con-fidamo nella virtù et diligentia vostra che saperete benissimo fare „(3). Il rettore Antonio Barbarigo infatti non solo cavò un fossato di 10 passi di larghezza e 130 di lunghezza attorno al baluardo Schiavo, ma volle pur “ principiate a far cavar la fossa del bastion di S. Lucia, et fatto allargar la fossa del bastion di S. Salvador fin al bastion del Sciavo, tanto che quelli fianchi si possano veder l’uno con Valtro ,,(4). Il nuovo rettore Gerolamo Minio (1549-1551) da parte sua si occupò della cortina fra lo Schiavo ed il cavaliere Priuli, che vedemmo costruito dal rettore di tal nome, terminando la fortificazione dalla parte di ovest(5). Nel frattempo era sbarcato a Creta anche Gian Girolamo Sammicheli (dicembre 1548 — gennaio 1549); e come di Candia, così si era interessato altresì della città di Canea, mettendone in disegno le fortificazioni(6), e divisandovi anzi qualche piccola variante. Antonio Barbarigo infatti nella sua relazione dell’aprile del 1549, parlando del baluardo della Sabbionara “ un pocco picholo „ , osserva come esso “ per il nuovo dissegno il va rovinato et tirato alquanto più fuori „<7). — E così pure — a quanto pare — seguendo tali nuove istruzioni, il rettore Minio spostava alquanto in dentro le fondamenta della Piattaforma fra lo Schiavo ed il baluardo di S. Lucia(8), su tale base continuando a costruire fino ad otto file di pietre(9). Quando poi dai provveditori alle fortezze di Venezia sopraggiunsero tas- (') V. A. S. : Relazioni, LXI e LXII (Relazioni di tore Leonardo Loredan). Antonio Barbarigo e di Leonardo Loredan). (G) A. Bertoldi : Michele Sammicheli cit., pag. 98. (s) V. A. S. : Relazioni, LXXV1II. (7) V. A. S. : Relazioni, LXI. (3) V. A. S. : Senato Mar, XXVIII, 140*. (8) V. A. S. ; Archivio del duca, Missive : 5 otto- (4) V. A. S. : Relazioni, LXI (Relazione di Antonio bre 1550. Barbarigo). (9) V. A. S. : Relazioni, LXII (Relazione del ret- (3) V. A. S. : Relazioni, LXII (Relazione del ret- tore Leonardo Loredan).