LE FORTIFICAZIONI DI RETIMO 475 cogna (gennaio 1558-settembre 1560) giungeva a Retimo il governatore di Candia Natale da Crema, il quale si credeva lecito di rimaneggiare a suo talento quelle cortine e quei baluardi, che troppo più saviamente doveano essere stati disposti dal Sammicheli(1). Al recinto murario già riformato da Natale da Crema deve corrispondere quella pianta di Retimo disegnata da Giovanni Magagnatto nel novembre 1559, la quale ci è tuttora conservata(2). — In base ad essa la fortificazione era ridotta ad una semplice linea, tirata in pianura a mezzogiorno dei borghi, da una spiaggia all’altra del mare, in modo da segregare dalla campagna il piccolo promontorio ove sorgeva la città. Altra piccola muraglia, dipartendosi dall’estremità di sud-ovest, e seguendo la marina fino alle più basse pendici del colle del Paleocastro, doveva servire di difesa del lato occidentale della città. — Il baluardo denominato di S. Barbara o della Sabbionara, sarebbe riescito presso l’angolo di sud-est; una piattaforma, detta baluardo di S. Veneranda, era destinata a tramezzare la troppo lunga cortina meridionale ; ed un terzo baluardo, che pare fosse chiamato Calergi(3), veniva situato all’angolo di sud-ovest; mentre un ultimo bastioncino era disegnato all’altra estremità della cortina di occidente. Una prima porta era aperta alla Sabbionara, nel breve tratto di cortina fra la spiaggia del mare ed il baluardo di S. Barbara; una seconda a ponente del baluardo di S. Veneranda; ed una terza (denominata dello Squero) alla metà della cortina di ovest. In realtà però, ripresi i lavori mercè l’aiuto di nuovi sussidi forniti da Venezia proporzionatamente alla contribuzione dei cittadinila fortificazione non riesci del tutto rispondente neppure al nuovo disegno. Bensì la porta ad occidente del baluardo di S. Veneranda fu trasportata a levante del baluardo medesimo e chiamata Cuora, in onore del rettore Jacopo Guoro (1566-68), il quale costruì la massima parte di quella cortina meridionale^; e, quantunque (') V. A. S.: Senato Mar, XXXVII, 61. — Natale da Crema, che era stato chiamato a Candia nel 1557 a sostituire il governatore Pietro Avogaro (V. A. S. : Senato Mar, XXXIII, 138 — Senato Terra, LXI, 57), fu poscia destinato a Corfù con deliberazione del 10 giugno 1561 (V. A. S. : Senato Secreti, LXXII, 56*). (2) Vedi fig. 13. — A vero dire si potrebbe anche supporre che il disegno del Magagnatto sia una copia di quello del Sammicheli ; e che le riforme introdotte da Natale da Crema consistessero soltanto nelle piccole varianti che vedremo apportate a tale disegno del 1559. — Ma come si potrebbe attribuire alla mente del Sammicheli un tracciato cosi meschino ed imperfetto ? Come ammettere che le riforme e le economie suggerite dal governatore di Candia si riducessero alle inconcludenti modificazioni apportate al disegno del Magagnatto, modificazioni le quali, in confronto con questo, importano più un aumento che una diminuzione di lavoro ? (3) Il nome nel disegno del Magagnatto non si legge chiaramente. ('♦) V. A. S.: Senato Mar, XXXVII, 61. (5) V. A. S. : Dispacci dei prov. da Candia : agosto 1569.