312 I MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA tunque Venezia avesse fatto devolvere alla fortificazione di Candia anche quei 540 ducati di economie ottenute licenziando alcuni capitani delle fanterie (,). E il 23 settembre 1520 i magistrati cretesi scrivevano a Venezia chiedendo fossero mandate delle galee in Creta, affinché i galeotti, colla paga di 4 piccoli al giorno, lavorassero alle fabbriche in sostituzione degli angarici, che in quella stagione erano occupati nelle loro campagne(2). Di quel poco che erasi fatto dava relazione il 2 gennaio 1521 Giovanni Moro, capitano delle galee: onde è a credere Venezia avesse assecondato il desiderio espresso dai Cretesi e spediti i chiesti galeotti(3). Poco dopo, il 23 aprile 1521, anche la signoria di Candia riferiva che si stava lavorando ad un torrione, che probabilmente fu quel bastione medesimo chiamato Martinengo, in onore del Tadini, che dirigeva i lavori; e che altri tre ne erano progettati, i quali — al dir di loro —, assieme ai fossati, avrebbero bastato alla fortificazione, anche senza bisogno di cortine che li congiungesse gli uni agli altri (41. — Nel maggio dell’anno seguente si erano ripresi i lavori ai bastioni con ben 7000 persone (5); e il 30 marzo del 1523 Domenico Trevisan, capitano generale da mar, riferiva che erasi già finito un bastione in muratura, ma che il gran mastro di Rodi — Filippo Villiers —, che era passato per Candia, avea espressa opinione si dovessero costruire i torrioni più vicini l’uno all’altro di quanto si faceva(6). A Venezia intanto PII settembre 1521 erasi presa una deliberazione a favore del clero cattolico e degli Ebrei dell’ isola, i quali vedemmo essere stati obbligati a contribuire ad un quarto delle spese per la fortificazione. Si stabiliva invece che essi fossero tenuti soltanto ad un ottavo — vale a dire a 1500 ducati annui — e che all’altro ottavo si supplisse coi denari delle condanne pecuniarie(7ì. In tal modo la deliberazione del 7 luglio 1520 era modificata nel senso che una metà della spesa toccava alla popolazione di Candia, un quarto alla camera cretese, un ottavo al clero latino ed agli Ebrei, menti e 1 ultimo ottavo si sarebbe ricavato dalle condanne. E siccome, partito nel 1522 il Martinengo da Creta contro il volere di Venezia, eravi necessità di persona adatta ai lavori di fortificazione, il 3 luglio 1523 si deliberava l’invio nell’isola di Antonio Saracini, che dovesse accompagnare il capitano delle fanterie Giovanni da Como(S). (t) V. A. S.: Senato Mar, XIX, 152. (3) Ibidem, voi. XXXI11, pag. 272. (2) M. Sanuto : I diarii cit., voi. XXIX, i ag. 362. (6) Ìbidem, voi. XXXIV, pag. 57. p) Ibidem, pag. 506. (') V. A. S. : Senato Mar, XIX, 226 *. (4) Ibidem, voi. XXX, pag. 371. (8) Ibidem, XX, 71.