43 l’innocenza nel reggere i sudditi, 1» avvedutezza nell’allon-tanare le avversità, il tenor costante dell’animo in ogni vicenda della fortuna, sono quelle arti che possono procacciare perpetua dignità alla patria e gloria a voi stessi. Quinci finalmente resi istruiti che principal cura dei veneti cittadini esser deve quella della Repubblica, 1’ addirizzare verso lei tutt’i pensieri e non curar d’altro mai sinché avrete vita, scorrendo per tutt’ i gradi delle dignità, conseguirete i più onorati giudicii della virtù vostra e dopo terminata quella del corpo caduca viverete vita immortale negli animi dei vostri concittadini, nella bocca dei forestieri, nelle scritture di ogni etade avvenire ». A nuovo doge fu eletto il 19 gennaio 1589 Pietro Landò che era stato piu volte ambasciatore, e s’ era esercitato nelle principali magistrature dello Stato ; nel 1519 e 1534, essendo podestà a Padova, avea grandemente contribuito al lustro di quella Università ; investito nel 1528 del supremo comando del mare, riacquistò alla sua patria le terre di Puglia ; al suo ritorno fu alzato al grado di procuratore di s. Marco, ora a quello di doge (1). La necessità del continuo armamento consumava a questo tempo le forze della Repubblica, esauriva tutte le fonti di ricchezze e di sussidii al pubblico erario. Fu a lungo isputato in Senato sul modo di ricavare nuovo danaro, e quali discussioni crediamo opportuno riferire, siccome quelle che dimostrano le vedute economiche dei Veneziani a quel tempo. buiono proposte al Senato cinque opinioni. La prima di mettere due tcinse alla città e al monte di sussidio con p,„ (1).<-'lc°Sna’ ,Iscnz- L 167• Il suo ritratto vedesi nella'sala à gu O:\ride7ifntorSr 001 E6‘,ent0r "°rt° Pietro Laudo doge LXXVIII 1539.