detto al principe clie il re veniva, saltò di letto et disse al padre se lo voleva ammazzare ; rispose il re, che non, ma ben castigarlo e trattarlo come un matto, al ohe soggiunse il principe che matto non era ma ben disperato. Il re non disse altro, ma di propria mano tolse la spada et pugnai del fiol, portandoli fino alle sue stanze e partendo disse al principe che non uscisse più di là et subito li pose la guardia e fece inchiodar tutte le finestre privandolo di ogni sorte di armi fino quando mangiava non li dava cortello ; così resta rinchiuso con molta custodia. La mattina dietro S. M. chiamò a sè tutti li consiglieri e li fece intendere quanto avea fatto la notte dicendoli che non poteva far di manco per servitio di Dio et per sicurtà deli suoi regni, di far questa esecutione, che poi li diria la causa. Ha dato ordine che tutti li grandi di Castiglia venghino qui, et similmente li commessi delle corti del detto reguo, perchè già il principe fu giurato in esse ; fa anco venir tutti li homeni d’arme e leggieri di questa provincia, si crede per mandar con tal custodia il principe in qualche parte et mi si è detto da bona via che S. M. vorrà per sua maggior giustifica-tione che il Consiglio regai vedi lui il processo, il che non sarà bon segno per Sua Altezza. Mi dice anco questo mio amico che il principe non avea animo d’ insidiar alla vita del padre, ma che voleva sopra 1’ armata passar con D. Giovanni d’Austria in Italia, et metter rivolution nelli Stati di S. M. in quelle parti et veder di farsene padrone et passar poi nella Fiandra per aver quelli altri, che avea animo di andar a trovar l’imperator dal qual sperava gran favore et avea di più scritto a diversi principi di Germania sopra questo fatto .... La certezza veramente della causa di questa ritentione è occultissima, perciò non si meraviglierà Vostra Serenità, se non ne confermo totalmente alcuna ». Nel suo carcere tentò il principe per vari modi di torsi di Vol. VI. 4i