39° L’ADRIATICO fine del regime parlamentare napoletano, il quale avrebbe potuto sostenersi più a lungo, se i navigli, inviati nell’Adriatico ad appoggiare l’esereito, non fossero stati bloccati a Brindisi dagli Inglesi ('). Però quando i moti del ’21 travolsero il Piemonte ed il nuovo re fece appello alle forze dell’Austria, i Gabinetti di Londra e di Parigi non furon così disposti a cedere come a Troppau ed a Lubiana, tanto che, per mezzo di Pietrogrado, iniziarono una proposta di mediazione fra Carlo Felice e gli insorti, la quale però non ebbe alcun effetto per lo scoppio della guerra civile e l’entrata degli Austriaci in Piemonte. Oggimai è da tutti pienamente ammesso che, se i moti del ’20 e ’21 avessero avuto unità di luogo e di tempo, e le diplomazie francese, russa e britannica, mostrandosi meno arrendevoli al Mettermeli, avessero acconsentito al naviglio napoletano libertà d’azione nell’Adriatico, non tutto sarebbe stato perduto. In ogni modo gli avvenimenti che seguono accentuano sempre più quegli antagonismi, che il congresso di Vienna non avea messo all’ordine del giorno; e noi dobbiamo al mutamento della politica francese ed inglese se, con i primi strappi al trattato del ’15, ebbe a progredire la nostra causa nazionale. Frattanto molti patrioti trovarono rifugio nel- (*) Vedi Randaccio, Stor. delle marine milit. italiane, voi. I, p. 116. Roma, 1886.