388 Nella Piazza di s. Marco (1) con istfaordinaria magnificenza addobbata e piena di popolo in ogni sua parte e alle finestre e fino sui tetti, per modo die si stimarono aovarvis1 ben ottantamila persone, apersero la marcia i vani Ordini monastici, poi venivano il clero e le Scuole con gì stendardi, le reliquie, le torcie, con uno sfarzo d’ori e d argenti a non dirsi. Avea inoltre ciascuna Scuola imagi-nato una rappresentazione storica o simbolica. E cominciando da quella di s. Marco vedovasi sopra un palco una giovane nobilmente vestita ed ornata riccfiissimamente con gioie, perle e pietre preziose, grossissime, rappresentante Venezia, avanti la quale si vedevano sei confratelli delle sei Scuole o confraternite maggiori, quasi in atto di domandarle die cosa avessero a fare, al che ella con un motto sciitto m grandi lettere, rispondeva servate praecepta. E questo palco e i seguenti erano ornati di quattro piramidi di argenterie e portati da fratelli delle suddette sei ► cuole, cioè la Canta, la Misericordia, s. Giovanni, s. Mar-f°, s ceco e s. Teodoro, ciascuna rappresentata con apposito palco sul quale si vedea il protettore o santo in j orma umana coi fratelli davanti inginocchiati. Seguiva poi un altro palco raffigurante la conversione di s. Anfano ope- al 1 ’a&gianta del Martinioni dal 1589 giapponesi. Venezia Giolito 1586) cosi si esnrlme ^O amJ>asciatori sione benché sempre, pur sneciTlm^ii, a,,e pnme • « Questa proces-signori, si procurò® allora> per edificazione di quei nanzi gli occhi come in ch.e S.1 vedean espressi in-