213 “n1“8*”1*,6™ fret‘° dal profl,g° fiorentino Pietro Strozzi con grande valore ma infelice successo (1). Fu codesta pace tra il Cristianissimo ' e Cesare varia-mente sentita a Venezia, ripromettendosi alcuni essersi per quella stabilito un certo equilibrio e cessato il motfvo inquietare 1 Italia, altri invece vi vedevano maggiori pencoli, pensando che tolte le gelosie, levati i timori che quei ue principi aveano fino allora avuto l’uno dell’altro potessero unirsi ai danni della Repubblica. Molestissima poi .usciva la nuova di tal pace ai Turchi pei soccorsi che po teano derivarne all’Ungheria e già faceano grandi prepa- buoni ° varI° 6 I’ei'dinando> salendosi anche dei buoni uffizi dei Veneziani, introdussero a Costantinopoli trattative di pace o di tregua, alle quali ¡1 Turco, inquieto allora pei tumultr della Persia, non si mostrò alieno Rac-omandava il Senato al suo oratore a Costantinopoli (2) : badasse bene che la Repubblica fosse nominatamente inclusa nel trattato, perchè.- «se li principi predetti restassero Uberi dalla guerra col Turco, potrebbero facilmente rivolgersi ai danni nostri, siccome l’esperienza ha già altre volte ben dimostrato : non è per questo che noi intendiamo sturbare la tregua o la pace, ohe anzi , la laudiamo, ma ciò dxcmmo a vostra istruzione, acciocché siate vigilante e affinché come da voi in via di discorso faceste intendere a quel vesir Rustem che si abbia occhio che P Italia non sia perturbata e non si accrescano forze all’imperatore». Durarono a lungo le negoziazioni, delle quali V imperatore ed il Cristianissimo aveano per appositi ambascia- per le nozze Bevilacqua, Venezia, 1856. puoDiicata (2) 18 Apr. 1545, Secreta.