41 così, che i serii avesse negletti. Parlare contro coscienza nè poteva egli, nè tollerava chi di questo artificio facesse professione. Verso gli amici era quanto mai fedele e benevolo e non lasciava mai di pensare ai vantaggi di coloro che aveva una volta presi ad amare. Intraprendeva da per se quegli ufficii nei quali giovar potesse, e non mancava in alcuna parte a quelli ne’ quali veniva eccitato. A premiare coloro che benemeriti fossero della Repubblica propendeva in modo, che alcuni lo desideravano in questo più temperante ----la sua beneficenza di tanto si estese che pareva non aver egli alcun riguardo al patrimonio suo, il che in morte fece conoscere lasciando presso che niente agli eredi. Era benevolo e studiosissimo verso coloro che beneficava* dicendo di aver loro molto dovere qualora gli offrivano mezzo di giovare. Per ogni settimana eravi certo giorno, in cui distribuiva ai poveri una somma di danaro a misura del suo potere, nè intermise vivendo in alcun tempo e luogo tale metodo. Non si dimenticò mai de’ benefìzii ohe m qualche occasione ottenuto egli avesse ». Di tenacissima memoria, di somma perspicacia nel conoscere gli uomini, gli veniva perciò rinfacciata una cupi-c igia estrema di gloria e parve che nel suo ducato si arrogasse pm autorità del dovere ; lontani i consiglieri, specialmente in tempo di guerra, apriva da sè le lettere, ben-c e contro le leggi che ciò vietavano ; fermo nella sua opinione fino alla ostinatezza; molti tennero anche soverchio il lusso del suo vivere e prendesse troppo diletto nel treno dei servi, nella magnifica pompa ed appartamento, macchie pero tutte che appalesavano insieme un animo grande, come il dimostrava altresì nella generosa protezione accordata all industria ed agli.studii. Avea disegnato ampliare il palazzo col gettare a terra le fabbriche rimpetto ad esso di là dal Rivo (ove or son le prigioni), e fornirlo di orti, di giar- Vor,. VI. ’ S 6