310 uomo da tollerare che altro nome sorger potesse ad ecclissare il suo ; principe celebre invero di funesta celebrità per la strage dei Paesi Bassi, per gli orrori dell’ inquisizione in Ispagna e per un avvenimento domestico tale da lasciar cadere sopra di lui il sospetto di orrendo delitto. Non ispetta a questa storia entrare nei minuti particolari del fatto, bensì è da notare che dai dispacci e dalle relazioni degli ambasciatori veneti risulta l’indole di D. Carlos suo figlio essere stata molto lontana da quell’ ideale che ne fecero più tardi i poeti. Violento, dissipato, lontano dalla bigotteria spagnuola, troppo contrastava colla composta dignità, col cupo animo, colla taciturnità di Filippo perchè a questo potesse piacere, o perch’ egli veder potesse in lui un regnante opportuno alla Spagna. Pare che D. Carlos favoreggiasse inoltre i ribelli dei Paesi Bassi, onde fu d’ordine del padre imprigionato per sospetto di eresia e ribellione (1). « E molti giorni et mesi che il Principe di Spagna (così scriveva 1’ ambasciator veneto Sigismondo de’ Cavalli da Madrid il 27 gennaio 1567-8) si trova malissimo satisfatto del re suo padre et all’ incontro il padre pochissimo contento di tal fiol, il qual più volte ha ribufato et gravissimamente increpato di molte impertinentie che faceva-, non convenienti ad un principe par suo ; ogni tratto usava qualche insolentia alli principali gentiluomini della corte ; fritta la notte andava armato con archibuseti, commettendo diverse insolentie ; era profusissimo nel spendere et non ha-vendo il modo come voleva, costringeva questo et quello a prestargli danari, et tra li altri, bisognò ad un Nicolò Grimal do genovese che li prestasse quaranta mila scudi. Con tutte queste severe admonitioni del padre, non restava il (1) Lettera dell’ambasciator veneto da Spagna, Cod. DCCCX alla Marciana e Dispacci di Sigismondo Cavalli aH’Arch.