297 Alla conquista di Nicosia tenne dietro quella di Pafo e Limasol (Amatunta) e Tusla o Larnaka. La testa del Dandolo mandata al Bragadino dovea es-seigli annunzio della caduta di iNicosia, e dell’ egual sorte die lui pure attendeva qualora a tempo non si arrendesse. Ma Bragadino era ben diverso dal Dandolo, e la risposta fu quale a prode e magnanimo comandante si conveniva, ed alla risposta furono paia i provedimenti, onde il primo tentativo del nemico fu ributtato e con non lieve suo danno. Mentre tali cose succedevano in Cipro, l’armata veneto-ispana ancorava a Candia (1), e i suoi generali tenevano consulta sulle operazioni da farsi. Il capitano generale Zane opinava doversi andare colla flotta direttamente a Cipro per liberarla e non allontanarsi, essendo cosa incerta se dirigendosi verso i Dardanelli, i Turchi si sarebbero perciò levati da Cipro, mentre invece si correvano altri pericoli. Diversamente opinava lo Sforza Pallavicino governatore generale dell’ esercito il quale diceva che andando verso i Dardanelli, si potrebbero facilmente espugnare e aprirsi la strada alla stessa Costantinopoli, e quando venisse il nemico per impedirlo, verrebbe con sola una parte della sua flotta, dovendo continuare nell’assedio di Cipro affinchè uscendo i legni veneziani da quella non avesse a trovarsi fra due fuochi. Per tal modo diceva egli non solo liberarsi Cipro, ma potersi fare altre gloriose imprese (2). Tuttavia arrendendosi finalmente alle ragioni del capitano generale e del proveditore generale Cristoforo Canale (3) dichiara vasi pronto ad 1 2 (1) Solo il 4 novembre troviamo lettere del Senato esprimenti il suo dolore per la perdita di Nicosia e che la flotta invece di andare avanti si fosse ritirata, raccomandava al capitano generale il soccorso di Famagosta, Secreta. (2) Annali. (8) Suoi rapporti sul viaggio dell’ armata nella filza Relazioni della guerra di Cipro e delle fortezze di Levante nell’Archivio. Von. VI. 38