334 tutte risole sue sono sicure dalli danni ohe potriano ricever daU’armada turchesca, onde siccome per avanti tenivano muniti quei luoghi di convenienti presidii, così in occasion di lega levano i soldati di presidio, et non dando loro alla lega maggior numero di galee di quello che ordinariamente tengono armate, vengono a avanzar con la lega tutt’ i danari che pagano i presidii ; dove all’ incontro Vostra Serenità accrescendo nella lega di gran longa la spesa ordinaria, la non può se non perder assaissimo. La qual cosa molto ben conoscendo quegli buomini sagaci et insidiosi, spesse volte tentano, anzi persuadono, et supplicano qualche col-legatione. Il che ancora fanno tanto più volentieri, quanto più chiaramente conoscono questo esser altissimo mezzo che lor conduca a desideratissimo fine. Il fin loro qual è? di aver quelli per sudditi, che mal volentieri vedono per compagni. In vero che l’arroganza di questa natione è cresciuta in maniera che non si contenta come più potente d’ esser rispettata dagli amici, et come superior riverita dai sudditi, ma vuol ancora estender quelle man rapaci a quello che non è suo, ed aver quella idolatra adoration che loro troppo gonfiamente desiderano da tutti. Di qua nasce che dominando loro buona parte dell’ .Europa, essendo passati in Africa, havendo trovata nuova terra, signoreggiando la miglior parte d’ Italia, et vedendo questa sola Repubblica, questa sola parte, questo sol angolo d’Italia esser libero, e non sentir peso di servitù alcuna, l’invidiano, invidiando l’odiano, odiando l’insidiano, et dove non possono arrivar con le forze, tentano d’arrivarvi con gl’ inganni, operando secondo il detto di quello più astuto che valoroso capitónio, che dove non giunge la pelle del leon bisogna laccarvi quella della volpe. Il fine adunque di Spagnuoli nella lega con Venitiani, è di far che Venitiani estenuadi dalle gran spese d’ una lunga guerra necessariamente caschino nel suo