302 di Barberia, i Veneziani accorrerebbero in soccorso con cinquanta triremi, e così della parte del re se la Repubblica fosse assalita ; se il re volesse fare l’impresa di Tunisi o Tripoli vi concorrerebbero i Veneziani, purché non avessero essi stessi a temere per le loro terre d’una invasione turca, nè fosse deliberata in quell’ anno una spedizione in comune, la medesima assistenza prestandosi e alle medesime condizioni dal re alle imprese veneziane ; si proteggerebbero di tutte le forze le terre del papa; nelle deliberazioni convenir dovrebbero i tre generali decidendosi per maggioranza di voti ; sarebbe capitano generale della flotta e delle truppe terrestri da quella portate D. Giovanni d’Austria (fratello naturale del re) e in sua mancanza, Mar-c Antonio Colonna duca di Palliano ; la bandiera però sarebbe quella della lega. Lascierebbesi luogo all’ imperatore, ai re di Francia, di Portogallo, di Polonia, di aderire all’unione, anzi il papa ve li ecciterebbe; la divisione delle terre, che per avventura si acquistassero, avrebbe a farsi secondo il patto del 1537, eccetto Tunisi, Tripoli ed Algeri che spetterebbero alla Spagna, e nello stesso modo si dividerebbero le artiglierie ; non recherebbesi alcun danno' od offesa a Ragusi e suo territorio ; qualunque vertenza che sorgesse tra i confidenti non romperebbe la lega e verrebbe rimessa nel papa ; nessuno potrebbe trattare di pace o tregua separatamente (1). Conclusa la lega e pubblicatasi solennemente in Venezia il 2 luglio del 1571 richiedevasi sollecitamente l’unione delle armate e qualche fatto importante, tanto più, quanto che i Turchi infestavano la Dalmazia, sbarcavano a Corfù, portavano il terrore da per tutto. Del che è facile immaginare quanto si affliggessero i Veneziani i quali (vedevano (1) Commemoriali XXIII.