339 negli animi d’altre nation l’invidia et l’odio contra questa Kepublica, non potranno crescer l’insidie, dalle quali Vostra Serenità sarà lontana; et molto meglio è senza dubio 1 esser odiadi che insidiadi, et molto più laudabile V esser odiadi per invidia, che esser odiadi senza haver in sè stessi la causa dell’ invidia, la qual non è altro, che la perfettion dell invidiado». Laonde vedendo la Repubblica che tutt’ i suoi sforzi erano mutili, che le potenze cristiane nè facevano nè avrebbero fatti provvedimenti vigorosi e corrispondenti imprese a suo favore, che era molto facile che l’anno seguente si perdesse 1’ isola di Candia dalla quale aveasi avviso che alcuni casali di Retimo per causa delle tante gravezze aveano trattato di darsi al Turco e già molti fuggivano, che la almazia era molestata, e correva voce di un adunamento di truppe turche per correre il Friuli (1), si decise a ma-neggiare la pace col Bascià che vi si mostrava molto bene disposto, assai opportunemente in ciò giovandosi dell’opera di un Rabi Salomon Askanasi medico, che avea col gran vesLr molta entratura (2), e interponendo anche i suoi uffici monsignor d’Acqs ambasciatore di Francia, onde finalmente dopo molte difficoltà si venne ad accordo il 7 marzo 1573 (3). Confermaronsi i precedenti trattati, restituirebbero i Veneziani ai Turchi il castello di Sopotò, ma tutte le altre terre nell’Albania e nella Schiavonia tornerebbero allo stato loro come prima della guerra ; sarebbero restituite ai mercatanti d’ ambe le parti le robe di che fossero stati spogliati ; pagherebbe la Repubblica alla Porta trecen-tomila ducati m tre anni, al tributo di Zante di cinquecento zecchini se ne aggiungerebbero altri mille ; cesserebbe il (1) Longo : Successi della guerra ecc. (2) Parti Seccete, Consiglio de’ X, 19 settembre 1572 (3) Commemoriali XXIV. Conchiuso da Antonio Barbaro bailo.