B14 Malta già tolta in mezzo potè a grande stento esser salvata da due altre accorse in aiuto ; quella di Benedetto Soranzo presa dal Turco restò miseramente sommersa con dolorosa perdita di tutte le genti. Ma quando Uluzzali seppe la rotta della sua sinistra e del centro e vide muovere alla sua volta il Doria ed altri legni, più non pensò che alla fuga, e la vittoria dei Cristiani fu assicurata. Terribile spettacolo presentava il mare coperto di cadaveri e di corpi semivivi e boccheggianti, che colla morte lottavano ; vele, remi, antenne, timoni, armi d’ ogni sorta portate dalle onde, tutto vermiglie di umano sangue. Il numero dei morti fu variamente riferito, come sempre in tali casi ; ma i più si accordano in dire che dell’armata dei collegati mancassero da ottomila uomini, tra cui ventinove nobili veneziani delle primarie famiglie ; più d’-altrettanti fu il numero dei feriti, fra i quali il famoso autore del D. Chisciotte, Michele Cervantes che vi perdette il braccio sinistro. Quindici galere andarono perdute. I morti dell’ ar-mata turchesca si fanno ascendere a trentamila, tra i quali Alì bascia colla maggior parte degli altri capitani. Delle grandi perdite sofferte dall’ ala sinistra dei Cristiani, molto fu accagionato il Doria per essersi troppo allargato verso la destra, onde tardi potè accorrere al soccorso, del che egli giustifìcavasi con ragioni strategiche ; alcuni scusavanlo ; 1 accusavano altri. Ad ogni modo cento diciassette galere nemiche caddero in potere de’ collegati ; molte altre fracassate andarono a fondo ; oltre a cinquemila furono i prigioni e tra questi venticinque persone di grado ; grandissimo fu il numero degli schiavi che trovati sulle navi, furono liberati. Durò cinque ore la battaglia, terminata la quale, 1 armata cristiana si ritirò a Petalà, luogo vicino, nelle riviere opposte agli scogli delle Curzolari, e fu tosto spedito a Venezia col lieto annunzio Giuffredo Giustinian, che usando