441 si può dissimularla: onde se voliamo conoscere che fin abbia da essere dei Banchi che si fonderanno, consideriamo quale sia stato l’esito di quei che per il passato, da diversi particolari sono stati fondati. Di cento e tre banchi, dei quali si ha memoria che siano stati eretti in questa città, novantasei son precipitati a cattivo fine, e sette solamente hanno avuto buona riuscita. E questi ancora essendo aiutati da nuovi banchi che restavano, ovvero che si fondavano, han potuto satisfare i suoi creditori e saldare i conti ; e se non avessero avuto questa comodità, facilmente con infelice esito averiano terminato il carico dei suoi negozii. Se si apre un Banco o più particolari adesso, che fin potremo sperare se non pernicioso, e simile a quello della maggior parte che son falliti ? Se allora colla comodità degli altri banchi non poterono sostentarsi, molto più adesso, senza questo aiuto, saran necessitati a cascare e precipitarsi. Non può, non può certamente un banco privato conservarsi per il spazio di molti e lunghi anni avendo la sua conservazione rispetto a tauti accidenti, a tanti casi, a tante diversità di negozii, a tanta varietà di persone, che disordinandosi una di queste cose, per minima che la sia, causa la rovina del banco. E pure è impossibile che una cosa medesima per molto tempo servi il medesimo tenore, il medesimo corso, e sia inalterabile, non che molte cose unite insieme, le quali con maggior facilità, e da più cause possono essere disconcertate. Guardiamo, di grazia, da che debole accidente dipenda l’esterminio di un banco. Un sospetto che nasca, una voce che si senta che non vi sia danaro, o che il banchiere abbia patito qualche perdita, una persona che si veda in tal occasione a estraer contanti, e bastante ad eccitar tutti, che vadano a cavar i suoi danari ; a che non potendo supplire il banco, è astretto a minare senza rimedio. Un fallimento di qualche suo debitore, un sinistro di qualche suo Vol. VI. 56