GRECI tì ROMANI 121 Gallia avea concepito; ma l’inutile impresa era stata' improvvisamente interrotta. La rovina era irreparabile. Il filellenismo non potea dar vita ad un morto. Ornai la via più frequentata dalle navi non era quella che congiungeva l’Asia alla Grecia sibbene all’Italia e gli isolani dell’Egeo, i naviganti di Rodi, di Efeso e di Mileto erano stati soppiantati da quelli d’Ancona, di Brindisi, di Taranto e di Neapoli. Col divenire linea di demarcazione fra Roma e Bisanzio è manifesto che l’Adriatico dovea perdere gran parte della sua importanza e che per di più avrebbe determinato un dualismo punto giovevole fra i due imperi. Se ne ebbe un esempio nel 395, quando Stilicone da Ravenna passò con la flotta in Grecia a combattere i Goti discesi nella Penisola balcanica. Se anche fu obbligato, per volere d’Arcadio e le sollecitazioni del suo ministro Eutropio, ad allontanarsene, egli però avea inteso, a mio giudizio, affermare che spettava all’impero occidentale il dominio e quindi la difesa dell’Adriatico, tanto è vero che più tardi meditava, a scopo strategico, di strappare l'illirico inferiore all’impero bizantino, incitando nel tempo stesso il re dei Visigoti a invadere l’Epiro: queste sue intese con i Barbari cominciarono a scemare la sua fama e finiranno per perderlo. In complesso la padronanza dell’Adriatico rimase all’impero d’Occi-dente che ne possedeva tutte le rive, eccetto il tratto dalla Boiana al canale d’Otranto.