411 e virtudi, toltane la religione, dava a sperare di lasciarsi condurre ad ascriversi tra poco fra il novero dei veri credenti, qualora si procedesse verso di lui con benignità piacevolezza e desterità; ohe già appena posta mano alle re’ dim del Governo, avea comandato, che niente circa alla re-ìgione cattolica si alterasse e che i sacerdoti mantenuti fossero nel possedimento dei beni loro e nel debito onore appresso ciascuno; perlochè se instrutto fosse, come grandemente desiderava, conosciuta la verità abbraccierebbe la cattolica religione; che già per nessun altro mezzo si poteva conservare e tenere in piedi quel nobilissimo regno, se non operando che sopra la base della virtù, e del sovrano potere i un solo, fosse stabilitole necessarie qualità a tale oggetto non rinvenirsi che nel solo Enrico ; in suo favore concorrere le leggi della Francia, la volontà dell’ultimo re, e forse, continuava, « sembra essa una cosa tollerabile, che per altrui insidie la Francia si sovverta e vada a rovina? Questo vasto incendio si è desto non già per sentimento di religione e di pietà, ma per ambizione e per cupidigia di dominare ; le fo-restieie ai mi non si sono in Francia introdotte per favorire le sacre divine cerimonie, ma per dilatare i confini dell’ altrui impero. Qual cosa esservi poi più ripugnante alla tranquillità della Repubblica cristiana ed alla quiete degli altri sovrani, oltre la caduta ed il disfacimento di sì ragguardevole monarchia ? Dalle quali considerazioni, qualora voglia esso Pontefice ricettarle nell’animo suo, gli risulterà chiaramente non avere mal fatto la Repubblica se dal canto suo aveva voluto specialmente soccorrere quella parte della Cristianità, che sembrava in pericolo di perire, giudicando che quindi ne avesse a succedere in breve alla religione cattolica non lieve vantaggio. All abilità di Alberto Badoer, ambasciatore veneziano a Roma, riusciva di ottenere dal papa che l’oratore francese de