286 nm la nwiJiazion6 del figlio per accomodare le cose della Repubblica coll Ottomano. Rispondeva la Signoria ringra- sidua con stupore e maraviglia di ognuno perchè non si fa nè si bevi”1 Ta Per pi°cola cb? sia senza b suo intervento, nè mangia nè beve nè appena dorme che non abbia sempre qualcuno che li fémpe vvpK> o°rerCChierC0me-q“a 6 la negli eserciti!, tacendo quello che dovi ebbeio far gli uomini senza sparagno della sua vita - nè con tutto ° 6 aimatlV r®f?° da alcuno e se pure" è da pochi GH Ugonotti dicono eh ella gl interferiva con belle parole e finte accoglienze, ma poi dall altro canto s’intendeva col re Cattolico e mac-c inava la distruzione loro. Li Cattolici all’incontro dicono elm se ella non gli avesse favoriti e ingranditi non avrebbero potuto fare ciò che hanno fatto. Di più è adesso un tempo in Francia che ognuno v!16 0 Che s,ntn'nagina, domanda arditamente,§et essendoli negato, grida e riversa la colpa sopra la regina, parendo loro che per esser forestiera, quantunque ella donasse il tutto, non per lellol °-na'1f f,0Sa a cuna d?1 suo- A lei anco sono state attribuite le risoluzioni fatte in pace e in guerra che non sono piacciute come dii g£ve.rnass® assolutamente senza il parere consiglio d’altri. Io noi dico che la regina sia una sibilla, nè che non possa fallare, e che S. M. non creda qualche volta troppo a sè stessa, ma dico bene che persaciserimia^ved oPT 6 P’’Ù pien,° d’ esperienza non avesse peisa la somma, vedendosi una guerra alle spalle. Torno a dire che non so qual prmcipe più prudente non si fossi smarrito in tàntfeon- ÌhT’l; 110,1 f-10 una donna foreatiei'a, senza confidenti, et spaventata che mai sentiva una venta ; e quanto a me, Serenissimo Principe sonò maravigliato che essa non si sia confusa e data in preda totalmente ad una delle parti, il che savia stata 1’ ultima rffnHi qSb SS? perche ha per sua prudenza conservata quella sua maestà regi al:hò PjUTt0 ,w “ohe si come no detto a lei stessa m buon proposito. So ben io che ella è ^ P'" d volta neI 9110 gabinetto a piangi, poi fatta ioltl faeeLno-. f.Hl?bhci che (luelh cbe dalla disposizione del suo volto facevano giudizio come passavano le cose, non si smarrissero parte‘afla^ololtà° rT’ ® T P°tend° far a modo accomodavi cPeaed,aI0tà d’ [iUeSi°’ 6 parte al,a vo'ontà dell’altro e cosi fa-di sè ne? tllln Ù PmS i1 °le °°n P°C0 8U0 onore ha fatto ragionar srpre C°Sa difficile «discorrere sopra diselliÌovn T ; ' C ’-e malam0nt° si P°nno capere i rispetti e , ^segni loro, e difficilissimo e sopra tutto il ragionare in onesto lontàli ma^allT0 del di Francia llon coloa quelli che stanno lontani, ma ancora a quelli che continuamente servono la corte per- è pochissima lùbbediemsa Slata tanlollllf- ^ SU01 Suddltl’ ^«one dei grandi è cam-serrcomnldllò -hfi °gnUn°. vorrebbe comandare e nessuno esiti c°mandat° i di piu nascono simulazioni, odii, mine contenzioni ■ n n solo riguardano il regno presente ma ancora, considerata là