89 vaìevasi d’ ogni arma manifesta o coperta per abbatterla, Invano si rinvigorivano le leggi contro quelli elle comunicavano i secreti dello Stato ; invano cercavasi impedire ogni comunicazione cogli ambasciatori stranieri e colla loro famiglia, che la corruzione e 1’ avidità dell' oro in molti ornai più poteano che l’amor di patria. Era Angelo Badoer nato di cospicua famiglia, avea sostenute distinte cariche nella patria, avea seguito lo zio Lorenzo Priuli nell’ ambasciata a Roma, poscia Alberto suo padre in Francia ad Enrico IV. Nominato ambasciatore egli stesso nel loJJ all arciduca Alberto d’Austria nel suo passaggio da Milano, poi all’arciduca Ferdinando nella faccenda degli Uscocchi, fu mandato il 28 settembre 1602 ambasciatore ordinario in Francia. Rimase colà fino al marzo 1605, e al ritorno venne creato Savio di Terraferma. Era in tal carica, quando per alcuni segreti colloquii col nunzio pontificio al convento di santa Maria Gloriosa dei Frari fu condannato ad un anno di prigione con esclusione dagli uffi-cii, e divieto di uscire dallo Stato. Non per questo sospeso il Badoer, a quanto sembra, le sue pratiche, mentre lo troviamo anche poi compreso tra quel numero di nobili che intrattenevano assai sospette relazioni coH’ambasciatore di Spagna. Laonde il 13 aprile 1612 raccoltosi il Consiglio fi Diecb e fatto prestare sopra un messale giuramento di secretezza e di dire ciascuno liberamente la sua opinione, cacciati, cioè esclusi i papalisti, ossia quelli che aveano qualche attinenza colla corte di Roma, presenti gl’ inquisitori Filippo Pasqualigo, Leonardo Mocenigo, Nicolò Contarmi, fu vinto all’unanimità il partito della ritenzione pel Badoer colla Parte seguente (1). « Che Anzolo Badoer fu di ser Alberto cavalier imputato di haver per lungo (1) 13 apr. 1012. Cons. X Criminale. Yon. VI. 12