39 lasciando loro quindi la vittoria senza pericolo. Ma vedendo il Doria tornar vano il suo pensiero, e sempre rifuggente dal commettere tutta la flotta al rischio della giornata, cominciò a ritirarsi. Dal che fatto animo i Turchi si attentarono di avanzarsi, un galeone degli alleati per fuoco preso ad un barile di polvere si trovò in manifesto pericolo, nè dovette sua salvezza che all’animo costante e alle savie disposizioni date dal capitano: non così fortunate furono altre navi che rimaste indietro dopo valorosissima resistenza o si sommersero nei flutti o furono dal nemico superate e prese. Le tenebre della notte sopraggiunsero opportune a favorire la ritirata, a coprir meglio la quale furono spenti i lumi di tutti i fanali e profittando altresì di un gagliardo vento favorevole, la flotta alleata si ridusse salva, meno i pochi legni anzidetti, a Corfù, ma con molto disordine, e con gli animi sbattuti dal dolore e daU’avvilimento. «Fu il Doria tra gli ultimi a levarsi colla sua galea, credendosi di mostrare perciò, osserva il Paruta, o maggiore bravura o migliore consiglio per la salute di quell’ armata, ma era da tutti conosciuto che tale confidenza non nasceva in lui da fortezza d animo, ne da ben affetta volontà in questo servizio, ma dal conoscere la velocità della sua galea con la quale poteva facilmente levarsi dal pericolo». Dalla qual ritirata i Turchi più che mai inorgogliti, osarono presentarsi all’ isola di Paxo, a dodici miglia da Corfù, sfidando 1 armata dei collegati a battaglia, ma invano, chè la diffidenza in qualunque consiglio del Doria, storpiava le forze, toglieva ogni vigorosa risoluzione, onde infine i Turchi, dopo avere insultato così dappresso all’armata cristiana, temendo alcuna burrasca, per essere ornai avanzato 1’ ottobre, si ritirò nel golfo di Larta. Tale fu il risultamento di tanto apparecchio di navi dall’ una parte e dall’ altra alla Prevesa, e tanta aspetta-