l’adriatico Da Bari a Brindisi, dove ebbe inizio, l’attività veneziana finì poi per concentrarsi nella piazza di Trani; e sebbene le vicende politiche esercitassero la loro influenza sui fattori economici, tuttavia la Repubblica andò in complesso sempre più guadagnando, al punto ch’essa finì col trovarsi nel regno di Napoli in lina condizione di favore rispetto ai sudditi di quello stato, i quali erano obbligati a commerciare nell’Adriatico soltanto con Venezia. Nota l’Heyd (') che Barletta, Bari, Trani e Brindisi avevano una popolazione d’armatori, i quali non si limitavano al trasporto dei pellegrini e dei crociati ma si occupavano anche di quello delle mercanzie, mettendo a profitto i buoni rapporti tra Federico II ed il Sultano per trafficare in Egitto. Te stesse città erano poi rappresentate a Bisanzio e Barletta trafficava con Cipro. Sulla sponda orientale Ragusa superava ogni altra comunità marinara ed i suoi traffici estende-vansi a tutto l’Oriente. La sua popolazione, esclusivamente italiana di origine, nota l’Heyd, non si lasciò penetrare che molto tardi dagli elementi slavi. Lontana da Venezia, rispetto a Trieste, a Pola, a Zara e a Spalato, potè più liberamente sviluppare le sue forze e attrarre a sè tutta l’attività (l) Op. cit. L,e notizie commerciali furono desunte dall’Heyd, oltreché da varie Storie del Commercio, quale, ad esempio, quella del Segre (voi. I, Torino, 1913).