461 di opere stampate a Venezia e che avevano esito per tutto il mondo. Gl’ introdotti rigori trovavano invero motivo nella corruttela allor sì generale de’ costumi, nè possono riprovarsi, quando si pensi che il famigerato Aretino, cacciato dalla patria e da tanti Stati, per le sue laidezze e per la maledica lingua, trovò ricovero e buona accoglienza in Venezia ; quando si pensi come in questa, non meno che nelle altre città d’Italia, tutto allora inclinava alla vita lieta e di piaceri, onde diveniva celebre per le sue feste, modello insieme di splendidezza e di buon gusto, quanto in addietro era stata pel commercio e per le armi, in tutte le parti del mondo. Figlia quasi dell’ Oriente per antica pratica, per commerci, per possedimenti, essa ne imitò anche il lusso e le mollezze, e quando venne meno il bisogno della vita agitata, procacciante, belligera, quando il nobile tranquillo possidente di terre subentrò al nobile operoso negoziante, che colle sue merci intraprendeva lunghi viaggi, o al nobile prode guerriero che con la spada in pugno estendeva o faceva rispettare il nome veneziano nelle più lontane regioni, allora l’amor dei godimenti prevalse, e le cittadine virtù decaddero e venner meno. Ma anche negli spettacoli, tanto pubblici quanto privati, si palesava tal sentimento del bello e del grande che destala nostra ammirazione, e rimpetto al quale le nostre più splendide feste restano alla distanza che corre tra un povero schizzo d’ inesperto pittore ed un insigne quadro di Raffaello. Tenevano tra gli spettacoli pubblici primo luogo gli accoglimenti a principi da noi piu volte descritti e le solenni processioni del doge all una o all’ altra chiesa in certi giorni segnalati per avvenimenti per anni venti pel suo libro di rimediar per sanguini» emissione™. 1591 ; a Galileo 1594, a D. Hieronimo Lombardo per 1 antifonario col contrappunto da lui composto ecc. Senato lerra.