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l’adriatico
  Il conflitto puno-latino era inevitabile, dal momento che Cartagine avea fondato i suoi maggiori interessi nella Sicilia e che gli ultimi Greci, strettisi intorno a Siracusa, avrebbero finito con l’invocare il soccorso di Roma per difendersi contro i nuovi signori dell’isola, nella stessa guisa che i Tarentini erano ricorsi a Pirro per prepararsi alla resistenza contro i Romani. B così, mentre nel 279 a. C. Roma e Cartagine s’eran trovate d’accordo nel combattere il re dell’Epiro loro comune nemico, nel 264 divenivano del tutto nemiche, perchè Roma, per avere libero lo stretto di Messina, accettava di buon grado l’invito rivoltole dai Mamertini ed occupava la città, impedendo in tal modo che cadesse in potere della rivale. Il Senato si accinse alla lotta, dopo essersi assicurata l’amicizia dei Sicelioti; e per immunizzare l’Adriatico ed impedire che Taranto, in caso di ribellione, si valesse di aiuti greci sull’altra sponda, avea fin dal 268 a. C. deliberato che dei quattro questori della flotta uno risiedesse a Brindisi, l’altro a Rimini.
  Iva navigazione però che Roma aveva intrapreso nellAdriatico doveva essere tutt’altro che sicura, perchè il mare, lungo la costa orientale ed intorno alle isole dalmatine, era infestato dalla pirateria, come era avvenuto prima che i Greci
lo	dominassero, come avverrà sempre, da quel lato, allorché la navigazione non sarà fatta seriamente rispettare da una forte potenza marittima.