864 col nome di Sisto V, la Repubblica si affrettò a mandargli la solita ambasciata a complimentarlo della sua esaltazione, e componevanla i senatori Giacomo Foscarini, Marcantonio Barbaro procuratore, Marino Grimani e Leonardo Donato, i quali ebbero lieta e benevola accoglienza, è trovarono il nuovo papa ben disposto a terminare la controversia di Aquileja. Perciò il Senato a finirla si appigliò ad uno spe-d iente che fu quello di donare il fondo in questione al patriarca, affinchè potesse pronunziarne sentenza, nel tempo stesso che per l’atto dell’ accettazione del dono, veniva a riconoscere la giurisdizione dolla Repubblica sopra il medesimo. Il pontefice contentissimo di questa soluzione data al lungo dissidio, onorò grandemente gli ambasciatori, si adoprò a ritenere i cavalieri di Malta dal recar molestia ai navigli veneziani, e la Repubblica dal canto suo, comperato dagli eredi di Andrea Gritti un palazzo a s. Francesco della Vigna, lo donò a residenza del nunzio apostolico. Il patriarca Grimani alla morte di papa Gregorio, tornato a Venezia, erasi presentato al Collegio innanzi al quale cercò di scusarsi, protestando che sempre aveva avuta buona volontà verso la sua patria, che quanto era stato scritto a suo carico, era falso, che se avesse pensato che dalla sua pretensione e specialmente dal suo viaggio a Roma avessero avuto a derivare tanti disordini e inconvenienti, avrebbe piuttosto voluto morire; che ora infine si gettava nelle braccia della Signoria e voleva essere suo buon figliuolo. Gli fu risposto amorevolmente, e l’affare fu terminato. Agitavasi ancora la suddetta controversia al di fuori quando un’importante riforma veniva a compirsi nell’interno. Il potere del Consiglio de’ Dieci da quando erasi regolarmente annessa l’aggiunta di quindici tra i principali magistrati con voto (i) che si eleggevano il primo d'ottobre di ogni anno, (1) 26 Seti. 1529.