68 Napoli; cercasse riavere parimenti verso annua pensione anche i luoghi dell’Arcipelago, e Nadin e Vrana in Dalmazia, ma se il sultano assolutamente li volesse ritenere, non facesse di questo un motivo per interrompere la conclusione dalla pace. Eppure tante concessioni ancora non bastavano; anzi T ambasciatore fu licenziato da Costantinopoli perche non avea facolta di cedere i chiesti luoghi, ed il Senato allora disperando ornai di un componimento che unito non fosse a vergogna grande della Repubblica, volge vasi di nuovo al papa e all’imperatore, ai quali si studiava di mostrare come avea più volte rifiutato vantaggiose proposte dal Turco per non mancare ai suoi impegni verso 1 confederati, ora esser questo il momento che anche questi facessero qualche cosa per lei. Ma vedendo che nulla otte-nevasi, molto fu disputato sul partito da prendere. I due Savi agli ordini Agostino Barbarigo e Marco Zen parlarono a questo modo (1): «Per opinion mia si condurrà più facilmente la pace alla conclusione se starete costanti in voler li capitoli vecchi che cedere alle nuove proposte che ci sono fatte, perchè quando i Turchi vi vedranno facili a compiacerli, verranno proponendo altre cose e la conclusione anderà a lungo. All’incontro se starete costanti, metteranno da parte la speranza di avere altro e condiscenderanno alla conclusione e stimeranno più li trecento mila ducati veneziani che sono loro promessi che non Napoli e Malvasia, e la nova dimanda (dei castelli della Dalmazia). E certamente mi pare che quando stessero pertinaci, saria ordini eccetto che da in. Agustin Barbarigo e m. Marco ztno savio agli ordini di scriver al Badoer che tentasse di stipular gli capitoli vecchi con i quali quel signor haveva dato parola di farcia pace e li Bassa 1 avevano piu volte confirmati ; ma stando i TurchiPperti ■ ■ •8 '•«*. l’W