495 che chiamano postenade, le quali venivano ad occupare troppo esclusivamente il contadino, e ad ingombrare per la loro bassezza il suolo, non lasciando luogo alla coltivazione del frumento e di altre biade. « La valle di Capodistria (così descriveva quel luogo Gio. Francesco Sagredo 1598) è tutta torniata da piccoli monti e qualche parte di pianura, dove son piantati fontari, olivari et molte viti che rendono bella e graziosa vista. Yi scorrono due fiumi, l’uno per levante che nasce miglia cinque lontano, chiamato dagli abitanti Risano, comodo a tutt’ i circonvicini pei molti molini che vi sono fabbricati sopra ; è memorabile per essere anticamente il confine dell’ Istria ; 1’ altro verso il mezzogiorno fatto da’ cittadini pe,r comodità di dare scolo all’ acque, chiamato il Fiumesino. Soleva questo aver per tutto fonti grandissime, e se n’ è andato a poco a poco atterrando in modo che dalla parte di mezzogiorno quando le acque son basse vedesi tutto il terreno discoperto, e se dalla Signoria non vien fatta qualche provisione, vi è dubio che presto si possa chiamar da questa parte Terraferma. La causa di questa atterrazione, per quanto ho potuto comprendere, nasce dal terreno che vien portato dai fiumi, i quali nel tempo delle pioggie grandi, ingrossati dalle acque, che colano dai monti, seco tirano il terreno intertenuto poi dal mar di sirocco, e quivi lo depongono. Y’è anco la fabbrica delle saline perchè, come si vede qualche parte atterrata, immediate vi viene fabbricato sopra saline, e così si va a poco a poco facendo 1’ atterrazione maggiore e stringendo vicino alla città ; aggiungo a questo, dalla parte pur di mezzogiorno, la strada, il ponte e il castello che quasi tutti intrattengono da questa parte le acque e levano a queste il flusso e riflusso perchè da una parte vengono le acque dal mare, dall’altra quelle dei fiumi, e qui urtando depongono similmente il terreno. Ha la Signoria fatto in questo prò-