204 minacciava all’imperatore nuovi pericoli. Infatti il corsaro Barbarossa toccata Messina, spaventata l’Italia, entrava colla flotta festosamente accolto a Marsiglia e colà unitosi coll’ armata francese, moveva insieme con questa alla presa di Nizza. . Per quanto fosse in mezzo a questi rimescolamenti la prudenza del Senato veneziano onde evitare tutto quanto potesse trascinarlo alla guerra, avvenne però tal caso che per poco mancò non facesse sventare la politica che si era prefisso di seguire. È Marano piccolo luogo posto sulla spiaggia dell’ Adriatico, in un seno paludoso formato da molti fiumi-celli che ivi entrano nel mare, e perciò reso forte dalla natura. Occupato dai Veneziani allorché nel 1420 erano venuti in possesso del Friuli, aveanlo perduto nelle guerre con Massimiliano e attendevano propizia occasione per riacquistarlo. Or accadde che profittando della nuova rottura tra Francia e 1’ imperatore, certo Beltrame Sachia udinese per sorpresa se ne impadronì e tenevalo con una banda de suoi, non già, come fu detto (1), di proprio consiglio e senza partecipazione della Repubblica, ma di pieno accordo con questa, scrivendo il senato il 12 gennaio di quell’ anno 1542 al luogotenente del Friuli, che mandasse uomo fidato al Sachia ingiungendogli di tenere il luogo a disposizione della Signoria con promessa di grande ricompensa quando il facesse, a tenore di quanto orasi impegnato avanti ai capi del Consiglio dei Dieci, e con gravi minaccio ove mancasse. Verso gli ambasciatori imperiali però che ne mossero forti lagnanze contro la Repubblica, sosteneva questa non averci avuto alcuna parte, prometteva non dare aiuto al Sachia, concederebbe anzi il passo alle genti imperiali, per altro sarebbe disposta a comperare il possedimento di Marano per danaro. (1) Morosiui, Parata. Tutto quanto segue, dal Secreta senato.