220 vorito i Protestanti, perdettero i loro privilegi, 1’ elettore Gian Federico umiliandosi, ottenne la vita, ma fu chiuso in una carcere perpetua. Così trionfò Carlo V, ma all’acume dell’ ambasciatore veneto Lorenzo Contarmi, che avea assistito nel seguito di Ferdinando re dei Romani alle due campagne contro i Protestanti, non isfuggivano i gravi errori da lui commessi, e nella sua relazione letta in Senato al suo ritorno nel 1548 così si esprimeva : « Non fu errore pubblicare la guerra prima che avesse in ordine pure un fante, e poteva raccogliere gl’ Italiani sotto specie della discordia che allora era tra il papa e il duca di Fiorenza, e sotto questa medesima ombra fare i tedeschi, che a quel modo avria potuto assaltar gl’ inimici prima che avessero potuto prepararsi, come fecero loro '? Non fu errore far gl’ Italiani sotto nome del papa e che venisse il Cardinal Farnese ed altri, volendo non di meno dar ad intender all’ Alemagna che la guerra non era per la fede ma solamente per l’obbedienza, il che per questa causa non fu creduto, parendo ai luterani che il papa non abbia interesse nell’obbedienza dei sudditi altrui, ma bene nella fede, lo che senza dubbio giovo molto agli inimici e nocque a Sua Maestà? Non fu errore, poiché Sua Maestà voleva pur fare così, non munire almeno i luoghi delle frontiere e i passi, sì che gl’ inimici non potessero occuparli come fecero con manifesto pericolo di Sua Maestà alla quale convenne prima recuperarli che occuparli ? Non fu errore far venire 1’ artiglieria da Vienna senza guardie e similmente la polvere e le munizioni da Norimberga, il tutto a discrezione degl’inimici? Non fu errore dar voce di muovere una guerra tanto importante e con tutta quasi l’Alemagna e non di meno essere in mezzo di quella provincia senz’alcuna preparazione e convenirgli far venire la maggior parte dell’esercito per il paese inimico, come furono