322 1/ ADRIATICO Dell’estrema decadenza veneta a mezzo il secolo xviii molto fu scritto ed io non farei che ripetere delle note considerazioni. I commerci vanno languendo e si spengono (*). Da questo lato non deve passare sotto silenzio un raffronto che parmi di notevole importanza per la storia dell’Adria-tico, un raffronto cioè fra le condizioni di Venezia nel sec. xviii e la situazione nuova che si va creando nel Friuli orientale ed in Trieste dopo le riforme di Carlo VI, di Maria Teresa e di Giuseppe II. Ne risulta che il- porto di Trieste e tutta la zona che ad esso conduceva vanno progredendo dal lato delle industrie e dei traffici di pari passo con la rovina economica di Venezia. Con vero senso d’opportunità il vicino impero sfruttava le misere condizioni della Repubblica e dava impulso ad un proprio commercio, il quale, concentrandosi a Trieste, fini col rendere questa città uno dei più frequentati empori dell’Adriatico. Trieste infatti veniva dichiarata nel 1717 porto franco da Carlo VI, il quale l’aveva visitata con l’intento di accogliere in essa una marina da guerra. Gli scopi di quel sovrano, che aveva favorito la creazione della Compagnia di Ostenda (non bisogna dimenticare che il Belgio era soggetto all’Austria), erano quelli di stabilire un traffico tra il Mare del Nord e l’Adriatico mediante una linea di navigazione (x) Vedi a questo proposito: Occioni-Bonnafons, Del commercio di Venezia nel sec. XVIII. Venezia, 1891.