273 mento, ma dalle sue qualità personali e dalle cognizioni che avea degli Stati e delle cose di Europa, avendo specialmente sempre mantenuto buone relazioni co’ suoi antichi amici ne’ Paesi Bassi. Difatti per indebolire la dominazione austriaca in Germania ed in Ispagna e apparecchiarle imbarazzi, Nassì volse 1’ attenzione del sultano alla mala contentezza dei Calvinisti nei Paesi Bassi, e fino dal 4 novembre 1566, due mesi dopo l’assunzione di Selim, scrisse lettere a’ suoi amici di colà, esortandoli alla rivolta, colla promessa che Filippo verrebbe tanto occupato dalle armi turche da non poter pensare a combatterli. Le sue lettere furono lette nel Consiglio di Stato (1), e i membri di questo presentarono alla reggente, che allora era la duchessa Margherita di Parma, la petizione che fu il principio di quella serie di avvenimenti che condussero alla separazione de’ Paesi Bassi dalla Spagna. Per farsi pagare dalla Francia la somma prestata ad Enrico II, fece porre sequestro sui navigli francesi in Alessandria (1569) (2); l’imperatore Massimiliano procurò di farselo amico indirizzandogli una lettera di proprio pugno (3) allorché inviò il signore di Minkvitz con ricchi donativi a maneggiare la pace ; infine fu il Nassì che sollecitò il suo signore alla conquista di Cipro (4) dimostrando esser quell’isola indispensabile alla sicurezza dell’ impero ottomano il quale finche non avesse colà una sicura stazione e un arsenale non avrebbe potuto dominare il Mediterraneo, soccorrere gli amici d’ Africa contro la Spagna, proteggere l’Egitto e (1) Et apud Belgas quidem non parum Michesii literae afqnc hortamenta valuere. Strada, De bello belgico. (2) Charrière, Negotiations dans le Levant, II, 774. (3) Hamraer, L. XXXVI, Archivio imperiale. . (4) Secondo Strada, De bello belgico, egli avrebbe prima eccitato il sultano alla guerra di Spagna, ma vedendo come Mustafà insisteva sull’ impresa di Cipro, si fece anch’ egli a sostenerla. VOL. VI. 35