401 Maria Stuarda, prossima parente di Filippo, era la speranza dei cattolici inglesi, scozzesi e irlandesi ; prigioniera già da diciotto anni di Elisabetta, non cessava di essere a questa un soggetto continuo di sospetti e timori, che ad ogni tratto prendevano nuovo alimento dai replicati tentativi per la sua liberazione, tentativi che costarono la vita a molti de piu ragguardevoli personaggi e non servirono se non a rendere vieppiù dura la condizione di quella ch’essi volevano liberare. Accusata finalmente di complicità in un attentato contro la vita di Elisabetta (1), era giunto il tempo i dai esecuzione colla morte della Stuarda a ciò che oià da lunga pezza maturavasi nel gabinetto inglese. Il Park-lamento, parte schiavo della regina, parte persuaso della necessita di togliere al regno quel continuo fomite d’ inquietudine e P opposizione che dalla Stuarda veniva al protestantismo, domandava anch’esso la sua morte e dichiarava di rifiutare altrimenti i sussidii ordinarii, non volendo sar sempre m codeste continue agitazioni (2). L’ipocrita •i iSTu?’ finta UUa hlnga riIuttanza> segnò la sentenza e i 18 febbraio 1857 cadde la testa della infelice Maria. L’ ambasciatore veneziano a Parigi, Giovanni Dolfin, mandava con suo dispaccio 13 marzo una minuta narrazione del fatto, a una lettera dell’ Aubespine ambasciatore di Francia presso la regina d’Inghilterra, che come prezioso documento non lasciamo di pubblicare (3). «La reina è risoluta finalmente di far morir V infelice reina di Scotia per li con- be«JÌi NelLa ^«Frazione contro Elisabetta fu involto anche 1’ Au-Trapes p randa ¡n In£hilterra> ed un suo agente de Francia FHsahìff Douvres mentre tornavasi con sue lettere in patìw i. “®ab0tta mando certo Oath a giustificarsi presso al re ditroÍVubesn0inAPp ngUardo a Su/ Maestà non avea proceduto con-pena Ì 3 I,1 P0PoIi> era infuriato contro di questo e a gran P (1) ifed * Sa Vare' DlsPacci° Gio. Dolfin 13 febbraio 1587.g (8) Dispacci Dio. Dolfin 13 marzo 1587. Vol. VI. 51