51 ci, e che perciò ora, trovandosi in si grande pericolo, era necessario più che in ogni altro tempo applicar tutto l’animo a fare ogni maggior provvisione. Il secondo discorso mirava a mostrare che la più pericolosa e pregiudicevol cosa che avesse questo governo era 1’ adulazione ; perchè per essa non s’mtendea la verità, onde s’incorreva in infiniti pericoli : all’ incontro il maggior bene che potesse avere era il consiglio libero e sincero col quale fosse detto da ognuno liberamente i sentimenti propri quando bene ei vedesse che non fossero grati. Chiusa la discussione sulle gravezze e accettata non senza molte obbiezioni la proposta dei Prove-diton sopra il danaro pubblico di aumentare il dazio dei panni per tutto lo Stato, ben si vedea come in molti dello stesso governo rimaneva una mala soddisfazione e come i popoli si sarebbero non poco risentiti, laonde considerate da una parte le strettezze pubbliche, dall’ altra come dal-imperatore non si ottenevano tali risposte e meno ancora tali latti che dessero buona malleveria della sua efficace ed opportuna assistenza, fu proposto nel Collegio di avviare qualche pratica di pace col Turco (1) PietroVen n0mÌna‘° F U aprile di ^l’anno 1539 più ohe ner fé -7 a‘^re a Costantinopoli, tanto più che pei le mformazion. di Lorenzo Guitti, già manda- nova' 8a-6 *?*”"*• S“ «¡»i dei miffisL-i (S si sapeva esservi anche questi inclinati anzi che no e l’am bascatore francese Laforet offeriva i suoi buoni uffici U Doveva il Zen dimostrare la dispiacenza della Bepubbli™ per gli occorsi avvenimenti, la non interrotta sua buona vo- P) SviflTap?ifeV Cl' ™ U' (3) Ibid. (4) Ringrazmmenti ad esso 22 luglio 15Rft Q „li- . r>. aprile 1539. Secreta. g iòdy 6 aiI amb- Jbncon 30