66 Filippo Capello senatore consigliava di differire a scrivere per otto O dieci giorni, fino ad altro avviso, perchè essendo morto re Giovanni d’Ungheria sarebbesi forse mosso il Turco all’impresa di quel regno, e poi erano in moto le cose di Persia, onde diverrebbe più facile la conclusione della pace, ma fu deliberata la opinione del Collegio. Partiva quindi Alvise Badoer in luogo del ritornato Contarmi colla commissione di cercar di concludere una tregua generale, e quando questa non si potesse ottenere, mettesse ogni impegno a recar alle migliori condizioni possibili gl’ interessi della Repubblica ; procurasse di terminare .la faccenda di Napoli e di Malvasia promettendo quattro fino ad ottomila zecchini l’anno, e quando il sultano non si contentasse « ti damo libertà, così diceva la commissione, de prometter ultra la pension sopra detta, etiam per la re-fation de’ danni ducati veneziani cecchini cento mila, du-gento mila fino a trecento mila nel più lungo tempo possibile» si valesse anche del mezzo degli agenti del re Cristianissimo, offerisse in dono ai Bassa fino ai ducati cinquanta mila ; procurasse di farsi favorevole Chaireddin donandogli da venticinque a trenta mila ducati ; maneggiasse la liberazione delle persone e delle robe (1). Infine al peggio andare gli si dava facoltà di condiscendere alla pace, anche escludendone (quando non si potesse albamente) il duca di Nasso, divenuto tributario del Turco, e cedendo l’isola di Thine(2). Si aggiungevano però altre condizioni: come la libera estrazione de’ grani, ridurre le cose del traffico com’ erano prima, sopprimendo la nuova imposta del 10 per cento e la restituzione delle isole di Paros spettante ai Venier, Nam-pho de’ Pisani, Stampalia e Morgo de’ Querini, Scarpanto 1 2 (1) Secreta 20 die. 1539, p. 90. (2) 7 gen. 1430, p. 96, Secreta.