i 02 zione, si sarà ornai da per sè avveduto che parlare di Statuti degl’ Inquisitori nel senso di un codice ordinato, diviso a paragrafi, sarebbe un controsenso, dacché come dimostrammo pei Registri del Consiglio de’ Dieci, le varie incum-benze e facoltà venivano loro conferite di mano in mano, a norma delle emergenze, laonde il loro Capitolare non poteva esser diverso da’ capitolari delle altre magistrature, cioè la raccolta delle Parti o deliberazioni spettanti alla loro autorità. Tale infatti è il vero Capitolare degl' Inquisitori di Stato che noi facciamo per la prima volta conoscere e che per la forma esterna ed interna porta tutto il carattere dell’ autenticità. Il libro è membranaceo in quarto, scritto nel secolo XVII, di pugno dello stesso secretario degl’ Inquisitori Angelo Nicolosi, con giunte di mano diversa, del secolo XVIII, legato in cuoio rosso con riporto d’oro e colle parole sulla coperta capitvlar delli inquisitori di stato, fra le parole Caeìtular e delli sta 1’ effigie del leone di san Marco in oro, e dall’ altra parte della coperta fra le parole Inquisitori e di Stato altro leone entro ricco fregio ovale. La seguente dichiarazione del Nicolisi, che leggesi in una nota premessa alla dedica, ci fa conoscere che il libro fu effettivamente presentato agl’inquisitori per loro uso com’era stato destinato : 1669, 25 settembre. « Presentato agli Ecc.mi signori G-io. Francesco Barba-rigo, Angelo Emo e Giacomo Querini K. essendo di rispetto 1’ Ecc.mo sig. Girolamo Basadonna ». Segue indi la dedica nello stile barocco del tempo e nella quale sono a notarsi particolarmente le seguenti parole : « Ammesso perciò a maneggiare con candor puro