civile desolava il paese; il papa fulminava una Bolla contro il re sacrilego assassino, onde alfine Enrico disperato cacciato da Parigi si decise a gettarsi nelle braccia di suo cugino il re di Navarca e degli Ugonotti. La Repubblica di Venezia, richiesta aneli’ essa di assistenza, avea bensì concesso una prestanza di danaro, ma erasi scusata da altro favore (1), nella necessità in cui era ella stessa di tenersi vi-gde sui maneggi degli Spagnuoli in Italia; bensì faceva ogni buon uffizio con papa Sisto V, per indurlo a trattare con maggior indigenza verso il re. Questi intanto col soccorso del re di Navarca trionfava de’ suoi nemici, e potè perfino stringere d assedio Parigi, ma non dovea vederne 1’ esito morendo il 2 agosto 1589 pel pugnale di Jacopo Clemente frate domenicano, fanatico che credette coll’ uccidere il re •servire alla causa della religione e della patria. Estinta con Enrico III la stirpe de’ Valois, che nello 1589 spazio di dugento sessantaun anni avea dato alla Francia tredici re, diveniva erede legittimo del trono Enrico di Borbone re di Navarca col nome di Enrico IV, ma benché si mostrasse disposto a rinunziare all’ eresia, avea contro di se 1 ambizione de’ Guisa, il partito cattolico, il papa. La Repubblica alla notizia della morte di Enrico III, avea incaricato il suo ambasciatore in Francia di recarsi a complimen-are il re di Navarca tosto che venisse proclamato (2). Difatti avea l’ambasciatore Gio. Mocenigo la prima udienza dal re a Tour il 23 novembre, e presentategli in nome della Repubblica le condoglianze per la morte così inopinata del suo predecessore, e le congratulazioni della sua successione, nspondevagli Enrico non dubitar punto degli amichevoli sentimenti della Signoria, tra la quale e il defunto re (1) Secreta 3 giugno 1589. (2) Secreta 21 agosto 1589, pag. 99. Vol. VI 52