74 l’adriatico Ugualmente quando, iniziatosi il predominio di Tebe e risollevatasi la fortuna ateniese con la vittoria di Cabria a Nasso nel 376 a. C., le città costiere della Grecia occidentale, stanche della soggezione spartana, s’accostarono ad Atene, le fazioni navali si limitarono allTonio. Nè tacerò della politica di Filippo il Macedone e particolarmente della soggezione dell’Epiro, da lui compiuta a cominciare dall’anno stesso (343 a. C.), in cui esplicava la sua opera d’ingerenza negli affari della Grecia. Quella regione si ebbe, come la Macedonia, unità di governo e d’amministrazione, che l’accorto principe, giunto alla spiaggia dell’Adriatico, fece riconoscere anche dai coloni greci ivi stanziati; indi, sceso lungo l’ionio, con fine accorgimento strinse alleanze con varie popolazioni fra cui gli Etoli. Dalla parte dell Adriatico e dell’ionio poco avea da temere Filippo contro i formulati disegni, sebbene Atene non mancasse, anche da questo lato, di opporre una ininterrotta vigilanza agli intrighi del Macedone, e si formasse infine quella lega nazionale, di cui fu anima il grande Demostene, nella quale entrarono vari elementi occidentali, come i Corciresi, gli Ambracioti, i Leucadii, gli Acarnani, gli Achei ed i Corinzi: lega che fu spezzata nel 338 a. C. nella pianura di Cheronea. Durante l’impero d’Alessandro e le vicende che ne accompagnarono lo smembramento, nulla di notevole è da riferirsi all’Adriatico. Ricorderò sol-