533 m. (pag. 384). Tre lettere della Granduchessa Bianca Cappello al cardinale Ferdinando de’ Medici mo cognato (1). Illustriss. et Reverendiss. Mons. QogM oss. Non può il Capponi haver detto tanto a V. S. Illustrissima che arrivi a gran pezzo a quello che è 1* animo et desiderio mio di fare per servitio di lei et che io farò in ogni tempo et in ogni occasione che me ne sarà data, et se bene molte volte non mi riesce il poterla consolare, satisfò non di meno a me stessa nel far quella parte che mi tocca et al debito clic tengo di servir a V. S. Illustrissima con tutto 1’ affetto del cuor mio acciò che, come discreta, possa appagarsi poi della mia volontà senza obbligo alcuno, come ella dice. Quanto poi al particulare trattato dal Do-vara (2) non voglio stare a disputare chi di noi habbia il torto nell’ haver taciuto, perchè si come io fui la prima a muovere questo negotio, cosi posso affermare di non haver havuto notitia di lei se non in questo ultimo, et voglio anco credere che V. S. Illustrissima non habbia saputo che io vi havessi le mani ; ma hora mai è passato tanto avanti, che mi dispiace non poter consolare V. S. Illustrissima nelle due cose che desidera ; perchè il darlo al Grifoni mi parrebbe mancare al debito mio et alla mia conscientia se hora che 1’ ho ottenuto per questo mio et fattogliene già intenzione, io lo togliessi a lui per darlo a chi mi ha voluto haver cosi poco rispetto ; et il lassare in mano di Y. S. Illustrissima il restante del negotio, mi par superfluo, poiché non ci è bisogno d’altra cosa se non d’ uno che solleciti la gratia che me ne ha fatta S. santità, poiché (1) Queste tre lettere mi furono gentilmente comunicate dal chiari ss. cav. Luigi Passerini direttore archivista all’Archivio centrale di Stato in Firenze. (2) Allude ad un benefizio ecclesiastico di cui aveva la Bianca ottenuto grazia dal Papa di poter disporre.